Tortura.
Appello dei Garanti dei detenuti a Mattarella
Appello a Mattarella dei
garanti dei diritti dei detenuti per il rispetto dei diritti umani e perché la
tortura sia reato
Incomprensibile
e ingiustificabile è il rinvio in commissione del disegno di legge per
l’introduzione del reato di tortura alla sua terza lettura parlamentare.
Facciamo appello al Presidente della Repubblica affinchè faccia valere la sua
autorevolezza e le sue responsabilità istituzionali nei confronti della
comunità internazionale che da decenni ci chiede l’adempimento di un preciso
impegno assunto con la ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite contro la
tortura, ma già presente ai Costituenti, quando vi fecero riferimento
nell’unico obbligo di punire previsto dalla nostra Carta fondamentale (art. 13,
co. 4: “E’ punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque
sottoposte a restrizioni di libertà”).
L’ennesimo
insabbiamento del disegno di legge per l’introduzione del reato di tortura
equivarrebbe a un messaggio di impunità verso pratiche violente, offensivo nei
confronti della grande maggioranza degli appartenenti alle forze di polizia che
ben conoscono i fini e i limiti del loro agire. Di fronte alle inquietudini che
stanno mettendo a dura prova il diritto internazionale dei diritti umani e i
fondamenti delle democrazie liberali, la Repubblica Italiana non può
permettersi di subire nuove condanne dalla Corte europea dei diritti umani e di
essere sanzionata in sede internazionale per via delle inadempienze
parlamentari. Quando una chiara assunzione di responsabilità da parte delle
forze politiche sarà stata presa, non sarà difficile individuare nel testo
della Convenzione ONU o in quello recente approvato da Papa Francesco per lo
Stato del Vaticano la soluzione più idonea alla formulazione del reato di
tortura.
Come
Garanti delle persone private della libertà, conosciamo la sofferenza con cui
le persone detenute affrontano condizioni di detenzione rese intollerabili dal
caldo, dall’affollamento e dalla mancanza di risorse. Solo la fiducia nello
Stato di diritto, nelle sue istituzioni e nel rispetto dei diritti fondamentali
consentono di mantenere un filo di speranza e di garantire un governo pacifico
delle nostre carceri.
Questa fiducia non può essere disattesa dalle istituzioni repubblicane.
Hanno sottoscritto i Garanti dei
detenuti:
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