Le cadute nella popolazione con 65 anni e
più: risultati del sistema nazionale di sorveglianza Passi d'Argento, indagine
2012-13
Marco
Cristofori1, Lilia Biscaglia2, Benedetta Contoli3, Elvira Bianco4, Amalia De Luca5, Amedeo Baldi6, Giuliano Carrozzi7, Luciana Chiti8, Maria Chiara Antoniotti9, Rita Ferrelli10 , Sonia Bacci1, Vincenzo Casaccia1, Luana Penna3, Alberto Perra3 e
Stefania Salmaso3
1Servizio di
Epidemiologia, biostatistica e promozione della salute, AUSL Umbria 2, Terni;
2Agenzia di Sanità
Pubblica Regione Lazio, Roma;
3Centro Nazionale
di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute, Istituto Superiore di
Sanità, Roma;
4ASL Avellino;
5Azienda Sanitaria
Provinciale, Cosenza;
6ASL 1, Massa e
Carrara;
7Dipartimento di
Sanità Pubblica, AUSL Modena;
8ASL 3, Pistoia;
9Servizio
Sovrazonale di Epidemiologia, ASL Novara ;
10Ufficio Relazioni
Esterne, Istituto Superiore di Sanità, Roma
SUMMARY (Falls in people over 64 years:
results from the nationwide surveillance system PASSI d'Argento, Italy 2012-13)
- Falls are a major health problem for older adults, through both immediate
effects such as fractures and longer terms problems (disability, fear of
falling, and loss of independence). Findings from the national surveillance
system on population over 64 years show that among home resident people, 11.2%
(CI 95%: 10.64 - 11.69) have fallen during the previous 30 days. The results of
logistic regression analysis show a profile of older population at risk for
fall potentially useful for decision making process for the Italian regions,
which are currently setting up preventive health programs for elderly
(2014-18).
Key words: accidental falls;
frail elderly; public health surveillance
marco.cristofori@uslumbria2.it
Introduzione
Le
cadute tra le persone con 65 anni e più continuano a rappresentare, in tutto il
mondo, una priorità per la sanità pubblica a causa della loro frequenza e
gravità (1).
Secondo
i dati dello studio Argento (2), promosso dall’Istituto Superiore di Sanità e
condotto nel 2002 in 11 tra regioni e province italiane, circa il 30% delle
persone con 65 anni e più è caduto nei 12 mesi precedenti e l’8% è caduto più
di una volta; il 41% delle persone è caduto in casa. In particolare, 13 persone
ogni 100 residenti sono state curate in ospedale in seguito a una caduta. Le
cadute possono essere provocate da fattori intrinseci (disturbi che colpiscono
le funzioni necessarie al mantenimento dell’equilibrio, difficoltà cognitive,
problemi muscolari e scheletrici) e da fattori estrinseci, quali presenza di
ostacoli in casa, attività espletate, ecc. (3).
Nel
2008, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha proposto, nell’ambito della
strategia per l’invecchiamento sano e attivo, un modello intersettoriale per
ridurre le cadute e gli incidenti collegati (1). L’obiettivo è quello di
identificare politiche e interventi capaci di: aumentare la consapevolezza
verso il tema della prevenzione delle cadute; migliorare la valutazione dei
fattori individuali, ambientali, e sociali associati al fenomeno delle cadute;
favorire l’implementazione di interventi culturalmente appropriati ed evidence-based in grado di ridurre l’incidenza delle
cadute. La prevenzione della cadute è, inoltre, una delle specifiche azioni di
intervento del “Partenariato europeo per l’innovazione sull’invecchiamento sano
e attivo” (4), nell’ambito della Strategia Europa 2020.
Il
sistema di sorveglianza PASSI d’Argento fornisce informazioni sullo stato di
salute della popolazione con 65 anni e più, incluse quelle sulle cadute.
L’obiettivo
del presente contributo è di stimare l’incidenza delle cadute e identificarne i
fattori di rischio nella popolazione delle regioni che hanno partecipato
all’indagine PASSI d’Argento 2012-13.
Materiali e metodi
La
popolazione in studio è costituita da persone con 65 anni e più, non ospitate
in residenze sanitarie assistenziali al momento della rilevazione. Utilizzando
le liste dell’anagrafe sanitaria, in ogni regione partecipante è stato estratto
un campione rappresentativo mediante campionamento casuale semplice,
stratificato per classi di età e genere, o mediante campionamento a cluster. La
rappresentatività è sempre garantita a livello regionale (salvo per le regioni
Lombardia, Friuli-Venezia Giulia e Marche) e in alcuni casi anche a livello di
azienda sanitaria.
La
raccolta dei dati è realizzata mediante un questionario standardizzato somministrato
attraverso intervista telefonica o faccia a faccia, da operatori dei servizi
sociosanitari opportunamente formati. La metodologia utilizzata nella
sorveglianza PASSI d’Argento è stata già descritta altrove in maniera
dettagliata (5). Nell’indagine 2012-13, che ha visto la partecipazione di 19
tra regioni e province autonome, sono state raccolte informazioni sulle cadute
avvenute nei 30 giorni precedenti l’intervista, sul luogo della caduta, su
eventuali ricoveri ospedalieri collegati alla caduta, sulla paura di cadere e
sull’utilizzo di presidi anti caduta, nonché sul consiglio del medico o altro
operatore su come evitare di cadere. Altri fattori di rischio rilevati in Passi
d’Argento includono il vivere da soli, l’essere isolati socialmente, l’assunzione
di farmaci e problemi di vista o di mobilità. L’analisi sulle cadute è stata
condotta su dati pesati del pool nazionale, testando le associazioni tra
variabili in studio direttamente e con regressione logistica (con EpiInfo
3.5.4). Alcune variabili non sono state utilizzate nel modello multivariato, in
quanto non si è in grado (trattandosi di uno studio trasversale) di mettere in
relazione con certezza l’esposizione con l’esito (ad esempio, la paura di
cadere).
Risultati
Delle
23.915 persone con 65 anni e più, l’11,2% (IC 95%:10,64-11,69) ha dichiarato di
essere caduto negli ultimi 30 giorni; di questi il 14% (IC 95%: 12,4-15,8) è
stato ricoverato in ospedale per almeno un giorno; i luoghi dove avvengono più
frequentemente le cadute sono la casa per il 60,5% (IC 95%: 58,2-62,7) e la
strada per il 19,5% (IC 95%:17,8-21,2). Le persone che hanno paura di cadere
sono il 33,4% con una differenza notevole fra chi è già caduto, 66,4% (IC 95%:
62,7-70,1) e chi no; i presidi anti caduta sono maggiormente usati dalle
persone che sono già cadute (13% vs 7%). Ha ricevuto un consiglio su come
prevenire le cadute solamente il 16,4% (IC 95%: 15,8-17) degli intervistati,
fra l’altro un consiglio tardivo visto che fra le persone cadute ha ricevuto il
consiglio il 34,9% contro il 14,1% dei non caduti.
L’analisi
multivariata effettuata con regressione logistica dimostra che ci sono
differenze importanti rispetto ad alcuni fattori di rischio, peraltro riportati
anche in letteratura. Il modello mette in evidenza un profilo del soggetto a
rischio di cadute (Tabella) ed evidenzia che, a una probabilità
significativamente più elevata di cadere, sono associati i seguenti fattori di
rischio: essere donna (OR 1,63); essere disabile (OR 2,27); avere problemi di
memoria e orientamento (OR 1,89); avere problemi di vista non risolti (OR
1,55); essere in polifarmacoterapia (oltre 4 farmaci) (OR 1,62); avere molte
difficoltà economiche (OR 1,68); abitare una casa con problemi strutturali (OR
1,3).
Conclusioni e considerazioni
Nel
nostro contributo, il sistema di sorveglianza sulla popolazione con 65 anni e
più Passi d’Argento permette di: descrivere il fenomeno delle cadute a livello
nazionale e regionale con precisione adeguata a seguirne nel tempo
l’evoluzione; costruire modelli di analisi multivariata, al fine di valutare la
probabilità degli anziani di cadere secondo profili di rischio definiti. I
risultati dell’indagine 2012-13 confermano quanto già evidenziato nella
letteratura scientifica nazionale e internazionale sul tema delle cadute (3),
garantendo la capacità della sorveglianza di rappresentare e misurare nel tempo
le cadute anche in relazione agli interventi di prevenzione. Ai fini
dell’azione i dati ottenuti dall’analisi descrittiva evidenziano che sia
l’utilizzo di presidi sia il consiglio del medico arrivano troppo tardi e che è
assolutamente necessario intervenire precocemente, secondo linee guida ormai
consolidate, sui principali fattori di rischio, riducendo per quanto possibile
i fattori di esposizione e rivalutando periodicamente l’ambiente domestico
dell’ultra65enne.
Oltre
ai dati di sorveglianza, le informazioni sui gruppi a rischio possono
facilitare la selezione di interventi prioritari che le regioni si apprestano a
fare per questa fascia di età, nel quadro dei Piani Regionali di Prevenzione
2014-18.
Dichiarazione sul conflitto di
interessi
Gli autori dichiarano che non
esiste alcun potenziale conflitto di interesse o alcuna relazione di natura
finanziaria o personale con persone o con organizzazioni, che possano
influenzare in modo inappropriato lo svolgimento e i risultati di questo
lavoro.
Riferimenti
bibliografici
1. World Health Organization. WHO global
report on falls prevention in older age. 2007 (www.who.int/...).
2. Mancini C, Williamson D, Binkin N, et al. Epidemiology
of falls among the elderly. Ig Sanita Pubbl2005;61(2):117-32.
3.
Programma Nazionale Linee Guida. Prevenzione delle cadute da incidente
domestico negli anziani (agg. 2009). (www.snlg-iss.it/...).
4. EIP Action Group. Fall prevention
Action Plan 2012-2015. (http://ec.europa.eu/...).
5.
Gruppo Tecnico di Coordinamento del Sistema di Sorveglianza PASSI d’Argento,
Luzi P (Ed.).Sperimentazione
PASSI d’Argento (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia):
verso un sistema nazionale di sorveglianza della popolazione ultra64enne.
Roma: Istituto Superiore di Sanità; 2013. (Rapporti ISTISAN 13/9).
Fonte:
EPICENTRO