Partecipazione attiva e consapevole
del paziente in ambito clinico e regolatorio. Una riflessione sul consenso
informato
Il principio del consenso
informato ha trovato la sua consacrazione solamente a partire dal XX secolo
quando negli Stati Uniti d’America la Corte Suprema ha affermato che “ogni
essere umano adulto e sano di mente ha il diritto di decidere su cosa va fatto
al suo corpo e il medico che esegue un intervento senza il consenso del
paziente commette un’aggressione”.
Per secoli, quindi, il ruolo
del paziente e il suo consenso nella prestazione medica non ha avuto nessuna
rilevanza, mentre quello del medico ha goduto di ampia discrezionalità in
merito all’intero processo di cura. Nel nostro Paese, il consenso informato trova
la sua legittimazione nell’articolo 32 della Costituzione laddove si legge che
“nessuno
può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per
disposizione di legge”.
Il tema è attuale, complesso e
di interesse mondiale. L’Agenzia Italiana del Farmaco è intervenuta più volte
sull’importanza del ruolo del paziente nel processo di cura e della presa in
carico delle sue aspettative e necessita, attraverso un coinvolgimento attivo e
consapevole. L’occasione più recente è stata l’evento organizzato nei giorni
scorsi da EUPATI (European Patients’ Academy on Therapeutic
Innovation) proprio nell’ambito del workshop “Partecipazione
attiva e non più passiva del paziente nel processo di ricerca e sviluppo dei
farmaci”. L’AIFA intende fornire il suo contributo alla rivoluzione
culturale paziente-centrica che sta modificando, per un aspetto la storica
asimmetria nel rapporto medico-paziente sempre più orientato a una forte
relazione di fiducia e di condivisione delle scelte, per l’altro le politiche e
le strategie delle Agenzie regolatorie che mostrano un crescente interesse nel
coinvolgere il paziente e inserirne gli input nei processi regolatori. …
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