Effetti
della crisi economica sulla Salute: il gruppo di lavoro “Crisalide” di Agenas
La crisi economica fa male alla
salute? Questa è la domanda da cui è partito il gruppo di lavoro costituito in Agenas denominato "Crisalide",
i cui primi risultati sono sintetizzati nello studio pubblicato sul sito
dell’Agenzia “La crisi economica fa male alla salute?” La ricerca, in questa
prima parte dell’attività, ha preso in considerazione i risultati della serie
storica dell’Indagine annuale Istat sugli aspetti della vita quotidiana,
relativamente ai dati riferiti sui trend sociali e di salute. Come è noto, la
crisi economica, in Italia e in molti altri paesi occidentali, a partire dalla
seconda metà del 2007 ha cominciato a minacciare la disponibilità di risorse
sociali (lavoro), economiche (reddito) e di servizi (austerità) con severità
crescente e con potenziali ricadute sulla salute. Il vissuto delle condizioni
economiche delle famiglie registra un netto peggioramento in corrispondenza del
2001, che si è poi aggravato in corrispondenza dell’inizio della crisi del 2007
e poi, di nuovo, a partire dal 2011. Negli ultimi anni in Italia gli individui
appartenenti a famiglie che dichiaravano di stare già in cattive condizioni
economiche e di ritenere di essere in peggioramento sono circa 20 milioni, con
un aumento di poco meno di 5 milioni tra il 2010 e il 2012.
Data questa situazione, si può, oggi,
osservare un
impatto sulla salute della crisi economica? Tutta la
letteratura scientifica è coerente nel dimostrare che maggiore è la
disponibilità di risorse economiche, migliori sono i valori di tutti gli indicatori
di salute; gli economisti tendono a interpretare questa associazione anche come
il risultato di una minore capacità di successo economico dei malati, mentre
gli epidemiologi sottolineano che le risorse materiali sono un determinante di
salute nella storia delle persone. Nell’analizzare il rapporto tra
disponibilità di risorse e salute, occorre considerare che, per problemi
di latenza, gli effetti della crisi economica sulla salute potrebbero
manifestarsi solo dopo alcuni anni, ma il progetto"Crisalide" ha potuto porre la sua attenzione solo
sugli effetti attuali che sono quelli di breve latenza.
Utilizzando i dati Istat, si è analizzata la
relazione tra il livello di autopercezione
di salute e le
condizioni economiche e occupazionali, e su come questa relazione si modifichi
nel tempo a cavallo della crisi economica. In particolare, nello studio si può
osservare che il biennio 2011-2012 evidenzia un minor rischio di salute auto
percepita negativa rispetto al triennio 2008-2010 e questo minor rischio è costante,
anche se nel modello si introduce come variabile la situazione economica
famigliare, lo stato di disoccupazione e la presenza di patologie gravi. Se
l’introduzione di queste variabili avesse modificato l’effetto protettivo del
trend, si sarebbe potuto ipotizzare che l’effetto sui soggetti a rischio non si
fosse ancora compiutamente mostrato, conservando per costoro il livello di
salute precedente alla crisi. Ma la mancanza di effetti delle covariate sul
rischio degli anni 2011-2012 sembra invece non potersi che interpretare come
assenza di effetti generali della crisi sulla salute auto percepita degli
italiani.
Questi primi risultati hanno indotto "Crisalide" ad un maggiore approfondimento su
altre fonti di informazione e soprattutto su dati di tipo longitudinale in cui
sia possibile analizzare il percorso compiuto negli anni dagli stessi
individui, ma, stando a quanto questi dati dicono, sembra doversi concludere
che la crisi economica non ha ancora modificato l’autopercezione del proprio
stato di salute degli italiani e ciò probabilmente è dovuto, nonostante tutto,
al nostro Servizio sanitario nazionale, che avrà anche diverse criticità, ma
dimostra di aver garantito a tutti l’accesso alle cure necessarie.
Per
Approfondimenti:
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Leggi l’articolo “La crisi
economica fa male alla salute?” (PDF 987 kb)
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Vai al progetto “Crisalide”(LINK)
Fonte: AGENAS