Un approccio critico all’empowerment in
sanità
Norma De Piccoli - Dipartimento di
Psicologia, Università Torino; Claudio Tortone - DoRS
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IL GRUPPO DI LAVORO
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NOTE INTRODUTTIVE
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EMPOWERMENT E SALUTE
IL GRUPPO DI LAVORO
Norma De Piccoli, Angela Fedi, Silvia Gattino -
Dipartimento di Psicologia, Università Torino
Alessandro Coppo, Fabrizio Faggiano - Dipartimento di
Medicina Traslazionale, Università del Piemonte Orientale
Paola Capra, Luisella Gilardi, Claudio Tortone - DoRS
A Torino un gruppo interdisciplinare costituito da alcune
Psicologhe di Comunità del Dipartimento di Psicologia (Università di Torino),
da alcuni membri di DoRS (Centro Regionale di Documentazione per la Promozione
della Salute) della Regione Piemonte e da alcuni colleghi afferenti
all’Università del Piemonte Orientale (gruppo di ricerca in Sanità Pubblica)
sta sviluppando una riflessione sul tema dell’empowerment. L’interesse verso
questo concetto nasce dalla constatazione che, se da un lato è considerato
obsoleto o troppo generico, dall’altro viene ampiamente utilizzato a sottendere
un “certo modo” di sviluppare processi e proporre interventi.
Dopo una prima fase di riflessione informale, il gruppo di
studio sta concretizzando ragionamenti, pensieri e analisi attorno alla
realizzazione di una review di letteratura sull’empowerment. Ciò che
viene qui proposto è una sintesi schematica delle considerazioni elaborate dal
gruppo.
NOTE INTRODUTTIVE
Classicamente,
per definire l’empowerment si fa riferimento a Rappaport (1981, 1984)
indicandolo come un processo che mira a favorire l’acquisizione di potere, ad
accrescere la possibilità per singoli individui, gruppi, organizzazioni e
comunità di controllare attivamente la propria vita (Nicoli, Zani, Marcon,
2011), di cambiare il proprio ambiente sociale e politico per migliorare
l’equità e la qualità di vita (Wallerstein, 2006).
Zimmerman
(2000) individua e sistematizza poi alcune altre imprescindibili
caratteristiche dell’empowerment. Tra l’altro, l’autore propone un modello di
analisi dei processi di empowerment affermando che esso non si esaurisce nella
mera capacità di controllo, o nella consapevolezza critica o nella
partecipazione, così come non deve essere interpretato come una variabile
dicotomica e dunque leggibile in termini di presenza/assenza.
Nonostante il
suo diffuso utilizzo, o forse proprio a causa di questo, il concetto di
empowerment rimane spesso vago, poco chiaro e difficile da definire. Il rischio
è di trasformarlo in una buzz-word e ridurlo a essere un “contenitore”
adatto “per garantire a idee datate di apparire innovative” (Santinello,
Dallago, Vieno, 2009, p. 108). Malgrado ciò, l’empowerment continua a essere
ampiamente utilizzato in ambiti che riguardano la salute.
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