Disuguaglianze e prima infanzia: si parte dal nido, uno studio canadese
Da sapere
I bambini che vivono condizioni di
svantaggio sociale hanno maggiore probabilità di andare incontro a fallimenti
scolastici e di abbandonare la scuola in anticipo.
Alcuni studi hanno indicato che i bambini che frequentano nidi d’infanzia, di
alti standard di qualità, sviluppano buone competenze cognitive, evidenti in
seguito nella carriera scolastica, a prescindere dalle condizioni economiche e
sociali della famiglia.
Tuttavia resta in sospeso l’influenza di alcuni fattori: per un bambino
proveniente da una famiglia non agiata le ore trascorse al nido, l’età in cui
inizia a frequentarlo e la qualità del nido stesso incideranno sul suo
rendimento scolastico?
A queste domande risponde lo studio
canadese Laurin et al. 2015:
- i nidi consentono a bambini provenienti da famiglie disagiate di migliorare
i loro risultati scolastici almeno fino a 12 anni di età, riducendo in questo
modo la condizione di svantaggio iniziale;
- la frequenza precoce, fin dai 5 mesi di vita, e il numero di ore alla
settimana che il bambino trascorre al nido (oltre le 35 ore) possono eliminare
questa condizione di svantaggio.
Risultati dello studio
Lo studio prospettico Laurin et al. 2015
ha osservato una coorte di 1269 bambini canadesi, nati tra il 1997 e il 1998,
dalla nascita fino a 12 anni: della coorte iniziale, 1119 bambini hanno
frequentato il nido mentre 150 sono stati accuditi dalla famiglia.
È stata presa in esame l’associazione
tra la frequenza del nido fin dai primi mesi e i risultati scolastici raggiunti
durante la prima adolescenza, con un’attenzione ai benefici educativi che il
nido può avere per i bambini che appartengono a famiglie di basso livello
socioeconomico.
I risultati hanno indicato che:
- i bambini meno ricchi, che ogni settimana vanno al nido a tempo pieno, a 12
anni conseguono migliori risultati nella lettura, scrittura e matematica;
- i bambini meno ricchi che frequentano nidi situati presso centri dedicati,
dotati di ottimi insegnanti e infrastrutture, e li frequentano dall’età di 5
mesi, raggiungono migliori risultati nella lettura, scrittura e matematica in
confronto con i loro pari provenenti dallo stesso stato socioeconomico, che non
hanno mai frequentato questi nidi. Se invece questi stessi bambini iniziano a
frequentare il nido più tardi, oltre l’anno e mezzo di età, conquistano
comunque buoni risultati nella lettura e nella matematica;
- i bambini che fanno parte di famiglie più svantaggiate socialmente ed
economicamente, se iniziano molto presto (per esempio da 5 mesi) a frequentare
la migliore tipologia di nido offerta, riusciranno a ottenere risultati
scolastici uguali o migliori dei loro coetanei provenienti dalle famiglie
appartenenti a classi sociali più elevate.
Quest’ultimo è senza dubbio il dato più
interessante e originale perché dimostra che un’educazione prescolare di
qualità, non solo può ridurre le disuguaglianze sociali della nascita, ma
addirittura le può superare. E lo dimostra su un campione di popolazione
numeroso e seguito in un arco di tempo di 12 anni.
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