Epidemia in Africa occidentale da virus Ebola

A cura del reparto di Epidemiologia delle malattie infettive, Cnesps-Iss

Da dicembre 2013 è in corso la prima epidemia documentata di malattia da virus Ebola (Evd) in Africa occidentale. Si tratta della più grande epidemia di Ebola mai riscontrata, sia per il numero di focolai attivi di infezione che per il numero di casi e di decessi riportati. È anche la prima volta che Evd si trasmette in aree urbane densamente popolate, tra cui città capitali come Freetown, Conakry e Monrovia.

Sebbene non siano state finora documentate epidemie da virus Ebola in Africa occidentale, come riportato nelRapid Risk Assessment “Outbreak of Ebola virus disease in West Africa” (pdf 744 kb) dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), questo evento non è del tutto inatteso in quanto la Guinea condivide un ecosistema già associato con epidemie da Evd e infezioni umane da virus Ebola sono state in passato sierologicamente documentate in questo Paese.

I primi casi segnalati di Evd si sono verificati nella regione boschiva della Guinea sud-orientale vicino al confine con la Liberia e la Sierra Leone. L’eziologia è stata confermata il 22 marzo 2014. In seguito, l’epidemia si è estesa e - al 30 agosto 2014 - sono stati segnalati casi sospetti e/o confermati di Evd in Guinea, Liberia, Serra Leone, Nigeria e Senegal. 

L’origine dell’epidemia non è nota, tuttavia si sospetta che i casi primari possano essere stati esposti a cacciagione locale infetta (bush meat). La maggior parte dei casi secondari ha partecipato a cerimonie funebri, entrando in contatto con pazienti deceduti e/o persone infette. Per questo si ritiene che la trasmissione interumana diretta costituisca la principale via di trasmissione.

Sono stati individuati dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) tre fattori che contribuiscono a favorire la trasmissione dell’infezione:

1. credenze e pratiche tradizionali nei Paesi colpiti che contrastano con le azioni di prevenzione individuale e di sanità pubblica raccomandate. Questo contrasto genera un clima di sfiducia, apprensione e resistenza

2. la rilevante mobilità della popolazione all’interno dei singoli Paesi e transfrontaliera favorita dalla presenza di comunità omogenee insediate lungo i confini che condividono attività socio-culturali

3. la difficoltà di realizzare in modo capillare misure di contenimento efficaci data l’eccezionale estensione dell’epidemia.

I Paesi colpiti hanno intensificato le attività di sorveglianza e identificazione attiva dei casi, il controllo delle infezioni nosocomiali e le misure di prevenzione individuali e di salute pubblica con il supporto di organizzazioni internazionali, di organizzazioni governative nazionali e di Ong. Il 28 agosto 2014, l’Oms ha prodotto una “Ebola response roadmap” per la gestione della risposta all’epidemia e ha iniziato a produrre rapporti periodici sulla sua attuazione che includono aggiornamenti epidemiologici e un monitoraggio delle misure di controllo in atto. 

Al 30 agosto 2014, l’Oms non raccomanda restrizioni a viaggi o a rotte commerciali tranne per:

  • individui con Evd sospetta o confermata, e
  • individui che abbiano avuto contatti con casi di Evd (gli operatori sanitari e il personale di laboratorio se adeguatamente protetti non vengono considerati contatti).

Per maggiori informazioni sulla malattia da virus Ebola consulta le pagine dedicate sui siti dell’Oms, dell’Ecdc e di Epicentro, la scheda informativa prodotta del Ministero della Salute e le Faq pubblicate sul sito Oms e sul sito del ministero della Salute.

Fonte: Epicentro 4 settembre 2014 


 
 

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