Epatite
C e accesso ai farmaci: il primo report Oms
Revisione a cura del reparto di
Farmacoepidemiologia (Cnesps-Iss) e del gruppo di coordinamento Seieva -
Sistema epidemiologico integrato dell’epatite virale acuta (Cnesps-Iss)
Negli
ultimi due anni, nei Paesi a basso e medio reddito, oltre un milione di persone
affette da epatite C sono state trattate con gli antivirali diretti (DAA, Direct Acting Antivirals),
nonostante i timori iniziali sull’alto costo dei nuovi farmaci. Lo ha
comunicato l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nel nuovo rapporto
“Global Report on Access to Hepatitis C Treatment: Focus on Overcoming
Barriers”, nel quale si evidenzia come alcune strategie politiche ed economiche
siano state d’aiuto a molti Paesi per curare una malattia che uccide circa 700
mila persone l’anno.
Il
documento rappresenta il primo report globale sull’accesso ai farmaci per
l’epatite C e fornisce le informazioni necessarie alle autorità sanitarie dei
diversi Paesi per identificare il trattamento appropriato contro l’epatite C (a
partire dalla revisione delle evidenze condotta dall’Oms e dall’adattamento di
linee guida accreditate a livello internazionale), e per poterlo attuare a
prezzi accessibili. Offre inoltre informazioni sulla produzione, a livello
mondiale, dei nuovi farmaci per l'epatite C e sulla loro versione “generica”
(il luogo dove vengono registrati, dove sono – o non sono brevettati – i prezzi
correnti, ecc).
Dal
documento emerge che il tasso di guarigione per chi fa uso di DAA è superiore
al 95%: la malattia regredisce entro tre mesi e ci sono meno effetti
collaterali rispetto alle terapie precedentemente utilizzate. Il prezzo
iniziale di circa 85 mila dollari per un ciclo di terapia rendeva il loro
impiego difficile anche nei Paesi ad alto reddito. Grazie a una serie di
strategie (accordi di licenza, produzione locale, negoziazione dei prezzi)
sostenute dall’Oms e da altri partner, alcune nazioni a basso e medio reddito
(tra cui Argentina, Brasile, Egitto, Georgia, Indonesia, Marocco, Nigeria,
Pakistan, Filippine, Romania, Ruanda, Tailandia e Ucraina) stanno cominciando a
ottenere accesso a questi farmaci. In particolare, in Egitto il prezzo di un
trattamento di tre mesi è sceso da 900 dollari nel 2014 a meno di 200 dollari
nel 2016.
Nonostante
i progressi evidenti la strada è però ancora lunga: ci sono infatti tuttora
molti Paesi in cui il costo del trattamento non è sostenibile. Per venire incontro
a queste nazioni, l’Oms sta mettendo a punto nuove strategie che dovrebbero
garantire un più facile accesso a tutti i farmaci essenziali.
Risorse utili
Fonte: Epicentro