L’impatto
economico dei tumori sui sistemi sanitari regionali: Epicost
Il potenziale informativo derivante dall’utilizzo di microdati,
ottenuti integrando le informazioni derivanti dalle fonti di sorveglianza dei
tumori con quelle provenienti dalle fonti amministrative è uno dei punti di
forza del progetto Epicost
“L’impatto economico dei tumori sui sistemi sanitari regionali: stime e
proiezioni in relazione a diversi scenari di intervento”, finanziato dal Ccm e
coordinato dall’Iss. Il modello Epicost consente infatti di quantificare la
spesa, di analizzarne i determinanti e di descrivere i Percorsi diagnostico
terapeutico assistenziali (Pdta) dei pazienti oncologici.
Le attività e i risultati di Epicost sono stati presentati e
discussi il 15 marzo durante il convegno conclusivo del progetto presso il
ministero della Salute con la partecipazione di Silvia Francisci, in qualità di
responsabile scientifico, e dei referenti delle unità operative del progetto:
Stefano Guzzinati del Registro tumori Veneto e Anna Gigli dell’Istituto di
ricerche sulla popolazione e le politiche sociali - Cnr. L’incontro ha fornito
l’occasione per stimolare un confronto tra diverse realtà sulla presa in carico
sia terapeutica che economica del paziente oncologico, alla luce dei risultati
emersi dall’applicazione del modello Epicost sui dati provenienti da 8 registri
tumori.
Airtum, Agenas, clinici, reti oncologiche, Iss, Commissione
europea e mondo accademico hanno preso parte alla tavola rotonda che ha chiuso
la giornata. I partecipanti sono stati chiamati a confrontarsi attorno alla
domanda: “Alla
luce della vostra esperienza specifica, quali strategie a vostro parere
dovrebbero essere implementate per garantire: l’equità nell’accesso a diagnosi
e cure oncologiche; la tempestività e la qualità di queste cure; la
sostenibilità di un sistema sanitario pubblico e universale come quello
italiano?”.
Lucia Mangone, presidente di Airtum, ha sottolineato l’importanza
dell’acceso da parte dei registri tumori alle fonti amministrative correnti al
fine di poter condurre analisi seguendo il modello proposto da Epicost.
La necessità di una governance dei servizi di assistenza territoriale
ben codificata e coordinata centralmente è stata richiamata da Antonio
Federici, del ministero della Salute, che ha disegnato un modello di stewardship nel quale i vari centri siano inseriti
in una rete in grado di gestire l’intero Pdta del paziente in un approccio
multidisciplinare alla patologia, suggerendo di operare in una logica di disinvestment che consenta poi di riallocare le
risorse secondo criteri di appropriatezza e sostenibilità.
La presenza di reti oncologiche sul territorio migliora l’equità
di accesso alle cure, ma ad oggi sconta una forte differenza regionale, che
pregiudica nelle regioni meno organizzate anche la tempestività della presa in
carico, ha ricordato Fausto Roila dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria di
Terni. Per migliorare l’assetto territoriale delle reti oncologiche, la
valutazione dovrebbe essere non solo di processo, ma anche di esito, come ha
sottolineato Sara Lonardi dell’Istituto Oncologico Veneto. L’immagine di una
sanità a più velocità emerge anche in relazione alla tempistica di accesso ai
farmaci ad alto costo oppure all’adesione molto diversificata a programmi di
screening, come descritto da Mauro Braga dell’Agenzia nazionale per i servizi
sanitari regionali.
Sul versante della sostenibilità economica non poteva mancare la
discussione sui farmaci ad alto costo e sulla necessità per il sistema di
interrogarsi circa la modalità con cui farsene carico. A questo proposito
Giuseppe Traversa (Iss) ha stimolato una riflessione sulla necessità di studi
indipendenti che valutino la reale efficacia dei nuovi farmaci oncologici
immessi sul mercato.
Di sostenibilità si è ragionato anche con Vincenzo Atella,
dell’Università degli studi di Roma Tor Vergata. Atella ha richiamato la
necessità di adottare un’ottica di lungo periodo per stimare con maggior
precisione la spesa prevista per i prossimi decenni, partendo dalla conoscenza
della domanda di salute- ovvero i bisogni dei pazienti (per cui lo stesso
Epicost fornisce un quadro di riferimento) - e dell’offerta - ovvero la
disponibilità di tecnologie e soprattutto delle loro traiettorie di sviluppo
negli anni a venire.
Il progetto Epicost lascia aperte diverse prospettive di
approfondimento, come per esempio la realizzazione di un confronto
internazionale, che risulterebbe fattibile e di grande interesse per molti
Paesi europei, come ha ricordato Francesco Giusti del Joint Research Centre
della Commissione europea con sede a Ispra. Di ulteriore interesse i focus su
aspetti specifici evidenziati dal progetto: la necessità di completare i flussi
informativi sulla Farmaceutica ospedaliera, condurre valutazioni di
appropriatezza grazie al confronto tra Pdta teorici e quelli ottenuti da
Epicost e valutare l’impatto di diversi scenari derivanti dalle scelte di
politica sanitaria sul territorio.
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EPICOST