Dossier: “Caccia F-35
la verità oltre l’opacità”
Nuovo report della campagna “Taglia le ali
alle armi”: il programma Joint Stike Fighter sta sfuggendo al controllo e
continua a costare troppo. Già spesi dall’Italia oltre 720 milioni di euro per
acquistare i primi velivoli, i cui costo medio sarà di 135 milioni di euro.
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Presentato a Roma il rapporto “Caccia F-35 la verità oltre l’opacità” della campagna “Taglia le ali alle armi”, nuovo contributo
all’approfondimento sui cacciabombardieri della mobilitazione che dal 2009 dice
NO a questa inutile spesa militare.
In
presenza di opacità e carenze informative è ancora una volta il lavoro delle
reti della Pace e del Disarmo a mettere a disposizione di politica ed opinione
pubblica uno sguardo realistico sul programma militare più costoso della
storia.
Il
programma di acquisto degli F35 ha molteplici risvolti, non è “solo” una
questione che riguarda i pacifisti: sono in gioco il modello di Difesa del
nostro Paese e le sue politiche di spesa militare, ma più in generale
l’impostazione strategica che guida le scelte economico-finanziarie del Governo
e l’impiego delle risorse pubbliche in una fase di crisi economica e sociale
drammatica che sta colpendo gran parte dei cittadini italiani.
Governare significa scegliere. Anche e soprattutto in tempi di forte crisi come
questi. Gli oltre 14 miliardi per l’acquisto e lo sviluppo dei
cacciabombardieri (e più di 52 per l’intera gestione del programma) potrebbero
essere spesi molto meglio.
Ciascuna componente acquistata di un F-35
sottrae le risorse
necessarie per affrontare le vere priorità del paese,
quelle con le quali i giovani, gli studenti, i disoccupati, i lavoratori in
cassa integrazione, gli abitanti di territori abbandonati all’incuria si
confrontano ogni giorno: mancanza di occupazione, disagio abitativo, servizi
sociali insufficienti, territori a rischio idrogeologico.
Di seguito i principali elementi messi in
luce nel Rapporto:
· Il costo complessivo del programma per
l’Italia (se confermati 90 caccia) è in
minima ascesa ad oltre 14 miliardi
di euro. Ciò dipende dalla crescita dei costi
unitari (e aumenterà ancora soprattutto considerando che gli USA stanno
pensando ad un taglio nelle acquisizioni); si vocifera di riduzioni
nell’acquisto anche nel nostro Paese e ciò comporterà rialzi sui costi unitari.
· La proiezione di costo totale “a piena
vita” del progetto rimane su una stima
di oltre 52 miliardi di euro
· Per la prima volta vengono elencati in dettaglio tutti i contratti sottoscritti dall’Italia con gli Stati Uniti, e si
dimostra come siano già stati spesi 721 milioni di euro nelle fasi di acquisto
(oltre ai 2,7 miliardi per sviluppo e FACO)
· Sono 126 i milioni di
euro già spesi per i primi tre caccia (quelli del Lotto VI in prospettiva meno utilizzabili), sforando
qualsiasi precedente stima del Ministero della Difesa. Secondo la nostra
campagna la stima attuale media (conservativa) per aereo è di 135 milioni di
euro complessivi
· Le problematiche tecniche e di gestione che continuano a
rimbalzare dagli Usa ci parlano di un programma in difficoltà, e per questo
pericoloso anche per i partner internazionali, anche se Pentagono e Lockheed
Martin minimizzano e continuano nel loro percorso. Tutto ciò però deve essere
elemento da considerare attentamente da parte del nostro Parlamento, se vuole
essere serio a riguardo di questa spesa pubblica
· Nel corso del 2013 il Governo italiano
ha proseguito l’acquisto dei caccia non attenendosi alle indicazioni delle
mozioni di metà anno votate alla Camera e al Senato. Ciò è
avvenuto non solo comprando definitivamente 3 + 3 aerei dei Lotti VI e VII con
una giustificazione risibile (“si erano già sottoscritti contratti per inizio
acquisto”, ma tali tipi di accordi non erano assolutamente vincolanti) ma anche
facendo partire repentinamente anche il nuovo procurement del Lotti VIII e IX
appena qualche giorno dopo l’ultimo voto in Senato
· I dati relativi al ritorno industriale,
estrapolati da diverse fonti e confermati anche da Lockheed Martin, confermano
ad oggi un rientro per le aziende del nostro paese di circa il 19% in confronto
all’investimento pubblico (meno di 700 milioni di euro sui 3,4 miliardi già
spesi dal Governo italiano)
· Le aggiornate stime di costo permettono di continuare il confronto tra la spesa per i caccia ed altri utilizzi, più
sensati, dei fondi pubblici. In particolare con lo stanziamento medio annuale
previsto per i prossimi tre anni di 650 milioni di euro si potrebbero creare
26000 posti di lavoro qualificati, o mettere in sicurezza circa 600 scuole
all’anno oppure non tagliare ma aggiungere risorse in più al Servizio Sanitario
Nazionale rafforzando anche i servizi di medicina territoriale H24
Inoltre ad un confronto diretto (sempre
opportuno) un F35A (il cui costo complessivo è attualmente stimabile in 135
milioni di euro) è pari alla spesa necessaria per:
· la retribuzione di 5400 ricercatori per un
anno;
· la messa in sicurezza di 135 scuole (rispetto norme antincendio,
antisismiche, idoneità statica);
· l’acquisto di 21 treni per pendolari con 12.600 posti a
sedere;
· la garanzia di 33.750 borse di studio di 4000
euro per gli studenti universitari;
· la partecipazione di 20.500 ragazzi al Servizio Civile Nazionale;
· la costruzione di 405 nuovi asili capaci di accogliere 12,150 bambini e creare 3645 nuovi posti di lavoro;
· l’accoglienza dignitosa di 10.567 richiedenti asilo per un
anno.
Fonte: http://www.disarmo.org/nof35