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I farmaci biotecnologici e le sfide dell’innovatività per il
sistema regolatorio
Uno dei settori principali in cui si gioca oggi, come nel prossimo
futuro, la scommessa dell’innovazione nel mondo del farmaco è senz’altro la
biofarmaceutica. I prodotti biofarmaceutici sono stati definiti[1] come “farmaci intrinsecamente biologi
in natura e realizzati usando la biotecnologia”. La prima parte della
definizione li distingue dai cosiddetti “farmaci a piccola molecola"
sintetizzati chimicamente, mentre la seconda esclude i prodotti realizzati
senza l'uso di metodi tecnologici, come i fattori del sangue estratti da un
donatore o l'insulina derivata da fonti porcine. Per biotecnologia si può
intendere quindi tutto ciò che implica l'utilizzo di sistemi viventi o di
ingegneria biologica molecolare per la creazione e la realizzazione di prodotti
biologici a fini terapeutici o diagnostici: proteine ricombinanti (ormoni,
interferoni, interleuchine, fattori di crescita, enzimi e fattori del sangue),
anticorpi monoclonali (mAb), peptidi (ricombinanti e sintetici ingegnerizzati),
molecole ingegnerizzate (come proteine di fusione, frammenti mAb e derivati,
liposomi, e polimeri), terapie cellulari e tissutali, terapie genetiche (geni e
frammenti antisenso e inibitori dell’RNA) e vaccini (ricombinanti e
ingegnerizzati a livello molecolare).
Dall'autorizzazione
della prima insulina ricombinate nel 1982 un numero considerevole di prodotti
biofarmaceutici è stato autorizzato per il trattamento di una grande varietà di
patologie, grazie agli straordinari progressi registrati negli ultimi 30 anni
nel settore delle biotecnologie. Oggi sono più di 200 i prodotti biotecnologici
disponibili sul mercato, e la ricerca si è ampliata fino ad includere oltre 900
prodotti biotecnologici negli studi clinici. …vai alla pagina speciale AIFA
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