La drammatica riduzione dei fondi per
il contrasto alla povertà e l’esclusione sociale e l’assenza di misure
strutturali di sostegno al reddito hanno fatto esplodere gli effetti della
crisi sulle fasce più deboli della popolazione producendo un aumento della
povertà che non trova un completo riscontro nelle serie statistiche Istat del
nostro paese.
La povertà assoluta è
triplicata arrivando a
colpire oltre 4,5 milioni di italiani, così come la dispersione scolastica, la
povertà minorile e la disoccupazione giovanile sono tra le più alte d’Europa.
Gli ultimi dati Istat denunciano come il 28,3% della nostra popolazione sia a
rischio povertà. Una situazione drammatica che favorisce mafie e corruzioni e
che rischia di innescare guerre tra poveri e generare frammentazione sociale e
rancore tra le fasce più deboli della popolazione, sempre più marginalizzate e
considerate un problema invece che cittadini. Ma anche in
tutta Europa le diseguaglianze sono aumentate a livelli insopportabili e
rappresentano il problema principale che oggi mette seriamente a rischio
coesione sociale e tenuta democratica. Sono 128 milioni i cittadini europei in povertà relativa e 43
milioni nell’indigenza.
Se in nome
della lotta al terrorismo si è data la possibilità ai governi di derogare al
patto di stabilità non inserendo nel conteggio del deficit le spese per la
sicurezza, crediamo sia ancor più urgente ed utilederogare
al patto di stabilità per le spese relative ai servizi sociali, fondamentali per il contrasto alle
diseguaglianze ed all’esclusione sociale di cui il terrorismo si nutre per
diffondere i suoi messaggi di odio.
Le politiche sociali
rappresentano infatti un investimento sulla coesione sociale e sulla sicurezzaancor più
necessario in questa fase dinanzi all’esplosione delle diseguaglianze ed alle
contraddizioni e tensioni che questo comporta. Il terrorismo lo si sconfigge
soprattutto combattendo le diseguaglianze ed investendo in diritti sociali,
istruzione e cultura, le vere armi in grado di isolare socialmente e
politicamente l’ideologia del terrore e della guerra.
Per queste
ragioni nel gennaio 2016 la rete di Miseria Ladra, promossa
da Libera e Gruppo Abele, e quella di Sbilanciamoci! lanceranno
una campagna rivolta agli amministratori locali, al Parlamento e al Governo
italiano e alle istituzioni europee per chiedere di porre
fine alle politiche di austerità e, in ogni caso, di escludere la spesa sociale
dal Patto di stabilità.
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