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Gli investimenti orientati verso una copertura sanitaria universale potrebbero prevenire, entro il 2030, 97 milioni di morti premature e aumentare l’aspettativa di vita, in alcuni Paesi, di circa 8 anni. È quanto emerge da un articolo pubblicato su The Lancet Global Health. Il testo, che fornisce una stima di costi e benefici legati all’espansione dei servizi sanitari per raggiungere 16 obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goal, Sdg) in 67 Paesi a basso e medio reddito, analizza due scenari: uno “ambizioso” in cui ci sono investimenti sufficienti a raggiungere gli Sdg entro il 2030 e uno “progressivo” in cui vengono raggiunti due terzi (o più) degli obiettivi. In entrambi gli scenari il 75% degli investimenti deve essere dedicato a investimenti sul personale, sulle strutture e sulle strumentazioni.
I rimanenti dovrebbero essere destinati all’acquisto di farmaci, vaccini, siringhe e altri prodotti usati per prevenire o curare malattie specifiche e per attività come la formazione, le campagne sanitarie e l’accesso alle comunità vulnerabili.
È importante sottolineare quanto ha affermato il dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms, in un commento che accompagna l’articolo «la copertura sanitaria universale è in ultima analisi una scelta politica. È responsabilità di ogni Paese e Governo nazionale perseguirla»
Come viene sottolineato nel testo di The Lancet con una disitinzione tra Paesi ad alto reddito e Paesi più poveri che continueranno ad avere bisogno di aiuti esterni.
Per maggiori informazioni leggi:
- la notizia sul sito dell’Oms
- l’articolo “Financing transformative health systems towards achievement of the health Sustainable Development Goals: a model for projected resource needs in 67 low-income and middle-income countries”
- Le infografiche OMS
Fonte: Epicentro
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