Come
può cambiare lEuropa: il rapporto How can Europe
change,
Il
rapporto How can Europe change, realizzato nellambito del progetto
ISIGrowth, offre una prima sistematizzazione del largo e variegato insieme di
analisi e proposte della società civile europea
Fin dallinizio della crisi finanziaria
nel 2008, un intenso dibattito ha attraversato lEuropa, sfidando le priorità
delle politiche ufficiali. È stata infatti la società civile europea a dare
voce alla domanda di mettere uno stop alle politiche di austerità, con
lobiettivo di promuovere politiche di uguaglianza, di inclusione sociale e di
benessere, anche ambientalmente, sostenibile. Un largo e variegato insieme di
proposte e analisi, a cui il nuovo Rapporto curato da Thomas Fazi per conto di
Lunaria e realizzato allinterno del progetto europeo ISIGrowth (LINK) How
can Europe change? Civil society proposals for policy alternatives on socially
inclusive and sustainable growth (Working Paper No. 33/2016) prova a
dare, per la prima volta, una sistematizzazione, con lobiettivo di offrirne
una analisi integrata e coerente.
Il Rapporto passa in rassegna e
documenta come la società civile europea ha risposto alla crisi e le proposte
politiche che ne sono emerse. Politiche macroeconomiche, tasse, finanza,
commercio e investimenti, politica industriale, sostenibilità ambientale,
lavoro e salari, disuguaglianze e democrazia: ogni sezione include una analisi
critica del tema dal punto di vista della società civile europea e una
parte dedicata alle proposte che sono emerse.
Alcuni considerazioni finali possono
essere tracciate. Innanzitutto la società civile europea dimostra una vitalità
intellettuale che meriterebbe di essere riconosciuta e pienamente integrata nel
dibattito accademico e politico. Spesso, le organizzazioni della società civile
europea sono state spesso in grado di anticipare le conseguenze negative di
alcune politiche economiche europee con una accuratezza decisamente superiore a
quella dimostrata dalle statistiche ufficiali della Commissione europea, della
Banca centrale o del Fondo monetario. Tanto è vero chee, come ha notato anche
Joseph Stiglitz, le critiche della società civile, inizialmente ignorate, sono
in alcuni casi poi state condivise dalle organizzazioni politiche ufficiali.
Non solo: se prendiamo ad esempio le questioni della sostenibilità ambientale,
vediamo che le argomentazioni sviluppate negli anni dalle organizzazioni
ambientaliste hanno ottenuto un significativo riconoscimento nellagenda
politica adottata dalla COP21. Certo: non si può negare che la maggior parte
delle proposte censite dal Rapporto abbiano avuto una scarsa ricezione da parte
dei politici. È vero che le istituzioni europee si sono mostrate sempre più
distanti dalla società. Ma questo ha a che fare senzaltro anche con la
frammentazione che spesso caratterizza le organizzazioni della società civile e
dalla sua incapacità di coordinare le azioni su un livello sia nazionale che
europeo.
Colmare la distanza che separa la
dimensione istituzionale europea e quella sociale è una delle sfide maggiori
che la società civile europea deve fronteggiare. Il Rapporto di ISIGrowth
intende muoversi in quella direzione.
Scarica qui il
Rapporto
Fonte: Sbilanciamoci