“Tante misure per nulla”: una
nuova storia di infortunio con le raccomandazioni della comunità di pratica
Redazione DoRS
La vicenda ha coinvolto Roberto, un
muratore esperto che doveva occuparsi, insieme ad alcuni colleghi, di
installare un impianto fotovoltaico sul tetto di un capannone. I lavori
dovevano finire in fretta poiché gli incentivi per l’installazione di questi
impianti stavano per scadere.
Il capannone era già senza la copertura in
cemento amianto, erano rimaste solo le travi quando Roberto ha messo il piede
sull’unico pannello già posizionato ma non fissato ed ha perso l’equilibrio. Si
è appoggiato al parapetto laterale messo per proteggere il bordo che non ha
offerto la resistenza prevista perché si è sganciato dalla trave e di
conseguenza è caduto a terra. Ha riportato gravi lesioni tra cui fratture al
bacino, all'osso sacro, al braccio sinistro, oltre a lesioni a un rene, a un
polmone, alla bocca, in particolare ai denti.
Le misure di protezione contro la caduta
dall'alto erano costituite da elementi di ponteggio su un lato, parapetti sui
quattro bordi, reti anticaduta su una parte dell'area sotto quella di lavoro.
Tante misure per nulla: l'insieme degli apprestamenti non forniva una protezione
adeguata per i lavoratori che operavano in quota.
Questa storia è stata scritta nell’ambito
del progetto: “Dall’inchiesta alla storia: costruzione
di un repertorio di storie di infortunio sul lavoro” . Le
raccomandazioni sono state scritte e condivise dalla "comunità di
pratica" costituita dagli operatori SPreSAL che hanno partecipato al
secondo laboratorio "Dalle storie di infortunio alla costituzione di una
comunità di pratica” lo scorso dicembre.
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Per saperne di più sui laboratori
"Dalle storie di infortunio alla costituzione di una comunità di
pratica" leggi anche Il bordo vertiginoso delle cose:
la prima storia di infortunio con le raccomandazioni della comunità di pratica.
Fonte: Dors Ultimo
aggiornamento : 17/06/2015