Malattie infettive in Europa: Annual
Epidemiological Report 2013
L’Ecdc (European Centre for Disease Control
and Prevention) ha pubblicato il 19 dicembre la settima edizione dell’Annual Epidemiological Report
2013 (pdf 12,8
Mb), che riporta i dati relativi sulla sorveglianza di oltre 50 malattie
infettive a notifica obbligatoria nell’Ue nel 2011. Il documento rappresenta un
riferimento per decisori, operatori sanitari, epidemiologi e ricercatori perché
offre una visione d’insieme sulla sorveglianza epidemiologica in Ue nonché in
Liechtenstein, Islanda e Norvegia. Inoltre, vengono presentate informazioni
raccolte nel 2012 attraverso il monitoraggio sulle potenziali minacce per la
salute della popolazione che l’Ecdc svolge tramite l’attività di epidemic
intelligence (Ei).
Un approfondimento
è dedicato all’Ei durante eventi di massa come i Giochi olimpici di Londra e il
campionato europeo di calcio in Polonia e Ucraina, che si sono svolti nel 2011.
Inoltre, il report riporta i dati relativi alla diffusione delle infezioni
nosocomiali e sull’impiego degli antibiotici in reparti ospedalieri per acuti
in Europa. Questa indagine è stata effettuata nel biennio 2011-2012 in oltre
mille ospedali di 30 nazioni europee. Nella sua prefazione al report 2013, Marc
Sprenger (direttore dell’Ecdc) sottolinea la novità e la rilevanza di questa
indagine riportata nella sezioneAntimicrobial
resistance and healthcare-associated infections, grazie alla quale
si è giunti a una stima annuale di 3,2 milioni di casi infezioni nosocomiali in
Europa, infezioni peraltro in molti casi prevenibili.
L’indagine è in
linea con i costanti sforzi dell’Ecdc di miglioramento della qualità e della
omogeneità/comparabilità dei dati europei, un miglioramento che va
continuamente ricercato ma che non è facile da ottenere in contesti molto
diversi e in momenti con risorse limitate (la contingente generalizzata
riduzione dei budget per la sanità pubblica). è possibile che la disponibilità
e la qualità dei dati a livello europeo sia estremamente variabile. Di qui
l’appello di Sprenger agli Stati membri a unire le proprie forze in una
collaborazione sovranazionale per «parlare con una sola voce ai decisori e alla
popolazione generale di rischi per la salute pubblica dovuti alle malattie
infettive».
Influenza e altre infezioni respiratorie acute
La stagione
influenzale 2011-2012 ha avuto un esordio tardivo rispetto al consueto e si è
registrata una bassa intensità di malattia per quanto riguarda sia i casi di
sindromi simil influenzali (influenza-like
illness, ILI) sia quelli di infezioni acute del tratto respiratorio
(Acute Respiratory Infection,
ARI). Il sottotipo virale A(H3N2) è stato dominante, e solo nella fase finale
della stagione è stato affiancato da virus appartenenti al sottotipo B. Non si
segnalano casi di resistenza agli antivirali. Solo l’Olanda ha raggiunto una
copertura vaccinale del 75% negli individui di età ≥65 anni (obiettivo minimo
stabilito dall’Oms). In Europa nel 2011, non sono stati segnalati casi di
influenza umana correlati all’influenza aviaria o suina. Nell’autunno del 2012
è stato identificato un nuovo coronavirus, successivamente collegato a
un’infezione respiratoria acuta spesso fatale emergente denominata Mers CoV (Middle East respiratory
syndrome coronavirus, sindrome respiratoria da coronavirus Medio
Orientale).
Tubercolosi
La tubercolosi è
ancora un’infezione frequente (oltre 70 mila casi notificati annualmente nei
Paesi Ue/Eea) con una distribuzione disomogenea tra Paesi ad alta incidenza
(con tassi in riduzione continua) e Paesi a bassa incidenza (con tassi in
aumento). Resta sotto la soglia auspicata la quota di casi confermati in
laboratorio (61%) e trattati con successo (745). è stabile rispetto all’anno
precedente la quota di casi di tubercolosi multi-resistente (4,5%) così come
quella di casi di Tb estremamente resistente (13%); in continua riduzione la
proporzione di casi di confezione con l’Hiv (4,7%).
Hiv, infezioni sessualmente trasmesse, epatite B ed epatite C
La clamidia è
l’infezione a trasmissione sessuale più diffusa in Europa con quasi 350 mila
casi riportati nel 2011, che probabilmente sottostimano di molto la reale
incidenza.
L’infezione da Hiv
rimane uno dei principali problemi di salute pubblica per i Paesi Ue/Eea.
L’incidenza è stabile a 28 mila casi l’anno, con grande variabilità tra le
nazioni. Un elemento comune è il ricorso tardivo ai servizi sanitari(quando la
conta dei linfociti CD4 ha già superato i 200 elementi per mm3). è invece in
riduzione l’incidenza dell’Aids (meno 33% dal 2004 al 2011). I rapporti
sessuali fra maschi omosessuali continuano a essere tra i fattori di rischio più
importanti (39%), seguiti dai rapporti eterosessuali (23%) e dal contagio
tramite l’uso di droghe per via iniettiva (5%).
I dati di
sorveglianza per l’epatite B e l’epatite C – inclusi a partire dal 2010 nella
sezione relativa alle infezioni trasmesse per via sessuale – sembrano indicare
significativi progressi nel controllo di queste malattie virali. Nel 2011 sono
stati riportati oltre 17.000 casi di epatite B (il 16% in forma acuta)
riconducibili a trasmissione tramite un rapporto eterosessuale (23%), infezione
acquisita in ospedale (23%), uso di droghe per iniezione (13%), e rapporti
sessuali fra omosessuali (10%). Sono stati notificati più di 30.000 casi
epatite C (in genere in forma cronica). L’infezione era stata acquisita
prevalentemente con l’uso di droghe per via iniettiva.
Malattie trasmesse da acqua e cibo
Le infezioni
gastrointestinali causate da Campylobacter e da Salmonella si presentano prevalentemente sotto
forma di focolai epidemici e risultano essere le più frequenti in Eu, per
quanto in riduzione. La criptosporidiosi e la giardiasi rappresentano,
rispettivamente, la terza e la quinta causa più frequente di infezione
gastrointestinale in Europa, tuttavia si stima che siano sotto diagnosticate e
e fortemente sottostimate a causa del problema della sottonotifica. Inoltre, il
tasso di infezioni da Escherichia coliproduttore
di Shiga tossine risulta aumentato di circa 2,5 volte a causa del focolaio registrato in Germania nel 2011.
Malattie trasmesse da vettore
Le malattie
trasmesse da vettore rimangono un problema significativo per i Paesi Ue. In
genere colpiscono viaggiatori di ritorno da Paesi in cui queste patologie sono
endemiche. Tuttavia continua ad aumentare il numero di casi di infezione
autoctona. Il focolaio di dengue a Madeira (Portogallo) è il primo descritto in
una nazione europea, nella storia recente, e dimostra la possibilità di una
trasmissione autoctona quando siano presenti i vettori. Tra le malattie
segnalate tra i viaggiatori provenienti da aree endemiche, la malaria è
sostanzialmente stabile, la dengue e la chikungunya in aumento. La febbre West
Nile è ormai considerata endemica in alcuni Paesi del Sud Est Europa (200 casi
complessivamente nel 2011), Italia compresa.
Malattie prevenibili con vaccino
Continua l’impegno
verso l’obiettivo di eliminazione del morbillo entro il 2015 un traguardo che
richiede l’impegno di tutti i Paesi membri con interventi volti ad aumentare la
copertura vaccinale. I dati presentati nel rapportano mostrano una lieve
riduzione del numero dei casi, dopo un picco registrato nel 2010. Tuttavia,
tale riduzione va interpretata con cautela visto che il morbillo è una malattia
con un andamento ciclico con epidemie piuttosto ricorrenti.
La maggior parte
delle altre malattie prevenibili con vaccinazione continua a mostrare
un’incidenza stabile o in diminuzione con differenze tra i paesi Eu a seconda
della presenza o meno di una strategia vaccinale (ad esempio meningococco C e
parotite). L’incidenza della rosolia, dopo i picchi registrati nel 2007 e nel
2008 è in riduzione in tutti i Paesi ad eccezione della Polonia e della Romania
dove si sono registrati dei focolai nel 2011 e 2012. è da notare tuttavia
che la rosolia è una malattia che spesso viene sottostimata (presenza di casi
asintomatici e talvolta difficoltà della diagnosi differenziale con il
morbillo).
Resistenze agli antibiotici e infezioni correlate all’assistenza
In Europa il
fenomeno della resistenza agli antibiotici mostra un’ampia variabilità
regionale in funzione dell’agente e dell’antibiotico considerato, ma ci sono
segnali preoccupanti che il fenomeno sia in crescita come frequenza e gravità,
specie negli Stati del Sud e del Sud-Est europeo. Sono esemplari i casi di
aumento della resistenza antimicrobica osservata in Escherichia
coli e in Klebsiella
pneumoniae. Sembra invece in riduzione la resistenza a Staphylococcus
aureus meticillino-resistente
(Mrsa). La resistenza agli antibiotici rappresenta un problema rilevante di
salute pubblica che richiede cautela nell’impiego sia ospedaliero, sia
extra-ospedaliero degli antibiotici. La presenza di un sistema di sorveglianza
al livello nazionale ed europeo è cruciale per il controllo e il contrasto di
questo fenomeno.
Indagine sulle infezioni nosocomiali e sull’impiego degli
antibiotici in reparti ospedalieri per acuti
I dati provengono
da oltre mille ospedali nei 27 Stati Ue e in Croazia, Islanda e Norvegia e
mostrano una prevalenza di infezioni nosocomiali del 5,7% (pazienti con almeno
una forma di infezione). Se si considerano solo i pazienti ricoverati in unità
di terapia intensiva la prevalenza è del 19,5%. Predominano polmoniti e
broncopolmoniti, infezioni del sito chirurgico, infezioni delle vie urinarie e
infezioni per via parenterale. Anche se le infezioni del sito chirurgico sono
in riduzione e l’attività di sorveglianza migliora, molti casi vengono
diagnosticati solo dopo la dimissione. Il 32,7% dei pazienti acuti
ospedalizzati (il 56,5% dei ricoverati in reparti di terapia intensiva) riceve
una terapia con almeno un antibiotico.
Epidemic intelligence
Tra le 69 minacce
potenziali per la salute monitorate dall’Ecdc nel 2012, 11 (il 16%)
riguardavano eventi non direttamente correlabili a malattie e 8 (l’11%)
riguardavano eventi di massa come il campionato europeo di calcio in Polonia e
Ucraina e i Giochi olimpici e paraolimpici di Londra. In Ucraina dove si è
radunato oltre un milione di tifosi è stata necessaria una rapida valutazione
del rischio a seguito della segnalazione di un focolaio epidemico di morbillo.
Nel mese di marzo è stata effettuata una campagna di promozione delle
vaccinazioni, compresa quella contro il morbillo, al fine di raggiungere la
migliore copertura possibile in coincidenza con l’evento di massa (8 giugno-1
luglio). Durante il campionato europeo non si sono verificati problemi di
salute pubblica, a parte casi sporadici di gastroenterite e di malattie esantematiche,
compatibili con l’atteso e la stagione. Anche nel corso delle Olimpiadi (27
luglio-12 agosto) di Londra non si sono registrati eventi rischiosi per la
salute pubblica, né si sono verificati focolai di malattie infettive.
Articolo pubblicato su www.epicentro.iss.it il 9
gennaio 2014