Medicinali innovativi ad alto costo: in Italia e nel mondo prosegue il dibattito

Il dibattito sul crescente costo dei farmaci, in particolare quelli innovativi, ha occupato stabilmente negli ultimi mesi l’agenda della politica internazionale. I meccanismi per la determinazione del valore da riconoscere ai medicinali non sono più confinati nelle pagine delle riviste scientifiche o nei dibattiti fra addetti ai lavori, ma sono diventati un argomento da prima pagina.

In Italia l’AIFA ha lanciato per prima l’allarme sulle conseguenze che la commercializzazione del primo farmaco innovativo ad altissimo costo, sofosbuvir, avrebbe potuto avere sui sistemi sanitari globali. E, a giudicare dall’effetto domino che si è scatenato nel corso dell’ultimo anno e mezzo, la previsione si è rivelata del tutto azzeccata.

Come ribadito pochi giorni fa, i nuovi farmaci contro l’infezione da HCV hanno costituito uno spartiacque per i rappresentanti degli enti regolatori, dei pagatori, dei pazienti e delle stesse aziende farmaceutiche. È ragionevole pensare che da sofosbuvir in poi ogni valutazione sull’attribuzione di un prezzo adeguato per un trattamento innovativo non potrà non tenere conto del delicato equilibrio tra il giusto riconoscimento all’innovazione e la salvaguardia dei sistemi sanitari.

Il problema della disponibilità dei medicinali, con un’attenzione rivolta in modo particolare ai paesi in via di sviluppo, ha varcato nel frattempo anche la soglia dell’ONU e ha indotto il Segretario Generale, Ban Ki-moon a istituire un gruppo di alto livello sull'accesso ai medicinali. I lavori del panel sono stati inaugurati da un incontro, tenutosi a New York l’11 e 12 dicembre. L’obiettivo del panel è di creare una piattaforma di discussione, che include rappresentanti di tutti gli stakeholder interessati, per valutare proposte innovative mirate a incrementare l’accesso ai medicinali in tutto il mondo. In controluce si scorgono questioni spinose da risolvere, prima fra tutte il conflitto tra la tutela della proprietà intellettuale e quella del diritto umano inalienabile alla salute. Le proposte che soddisferanno i criteri stabiliti dal panel verranno poi discusse in due audizioni pubbliche a Londra e Johannesburg, cui farà seguito un dibattito pubblico che coinvolgerà tutti i portatori di interessi. Il processo terminerà  a giugno 2016, con la presentazione di un report conclusivo al Segretario Generale delle Nazioni Unite.

In un comunicato stampa di lancio dell’iniziativa si sottolinea che il lavoro del gruppo di esperti non riguarda solo i paesi poveri o a basso reddito. Il mandato che il Segretario Generale Ban Ki-moon ha inteso conferire al panel è globale. Le Nazioni Unite riconoscono le crescenti difficoltà che i paesi considerati “ricchi” stanno combattendo per poter garantire un equo accesso alle terapie per la popolazione.

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