Mortalità infantile nel
mondo in riduzione, ma non abbastanza
Revisione a cura di Antonietta Filia –
Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute,
Cnesps-Iss
Uno studio pubblicato
su The Lancet, dal
titolo “Global, regional, and national causes of under-5 mortality in 2000–15:
an updated systematic analysis with implications for the Sustainable
Development Goals”, fornisce il quadro aggiornato e completo della mortalità
infantile nel mondo.
L’indagine,
finanziata dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e dalla Fondazione
Bill & Melinda Gates e condotta da ricercatori della Johns Hopkins
Bloomberg School of Public Health, della London School of Hygiene and Tropical
Medicine, del China National Office of Maternal and Child Health Surveillance e
della Sichuan University, oltre che dell’Oms stessa, riporta i dati relativi al
periodo 2000-2015, dei 194 Stati membri.
Le stime
Secondo
le stime del gruppo di esperti, nel 2015 si sono verificati nel mondo 5,9
milioni di decessi tra i bambini sotto i 5 anni, quasi la metà (2,7 milioni,
45,1%) dei quali tra i neonati (primi 28 giorni di vita).
Rispetto
al 2000, nel 2015 si sono registrati oltre 4 milioni di morti in meno, grazie
soprattutto alla riduzione di mortalità per polmonite, diarrea, morte durante
il parto, malaria e morbillo. Nel periodo considerato, ciascuna di queste cause
si è ridotta di circa un terzo. Tuttavia, alcune di queste continuano ad essere
tra le principali responsabili della mortalità infantile. Globalmente, le
principali cause di morte nei bambini sotto i 5 anni di età sono state le
complicanze del parto pretermine (1,1 milioni, 17,8% del totale), la polmonite
(0,9 milioni, 15,5% del totale) e eventi durante il parto (0,7 milioni, 11,6%
del totale).
Inoltre, nonostante i progressi, l’obiettivo n. 4 dei Millennium Development Goals (Mdg) – ridurre entro
il 2015 la mortalità dei bambini sotto i 5 anni di due terzi rispetto al 1990 –
non è stato raggiunto, soprattutto perché la riduzione globale della mortalità
neonatale non è stata sufficiente. Infatti, se tra i neonati si fosse ottenuta
una riduzione di mortalità della stessa portata di quella osservata tra i
bambini più grandi, si sarebbe raggiunto l’obiettivo n. 4 dei Mdg.
Le
disuguaglianze di salute
Dallo studio emergono chiaramente disuguaglianze di salute, con
tassi nazionali di mortalità infantile che variano da 1,9 a 155,1 decessi per
1000 nati vivi, e con il 60,4% dei decessi (3, 6 milioni) concentrati in 10
Paesi soltanto.