Nuovo
Rapporto OCSE, in Italia servono azioni per ridurre l’alta variabilità
dell’assistenza sanitaria
In Italia
permane una alta variabilità degli indicatori di attività per l’assistenza
sanitaria, indice di un possibile squilibrio nella fornitura delle prestazioni
sanitarie. A seconda dei casi è possibile intravedere un eccesso di prestazioni
potenzialmente evitabili o bisogni non completamente soddisfatti. Il problema è
di rilievo per le strategie di miglioramento, efficienza ed equità del Servizio
Sanitario Nazionale: i tassi dei tagli cesarei, delle procedure cardiache e dei
test diagnostici appaiono almeno doppi nelle aree ad alta attività rispetto a
quelle con bassa attività ospedaliera.
E’ quanto si
legge nel nuovo rapporto OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo
economico) dal titolo “Geographic Variations in Health
Care: What do we know and what can be done to improve health system performance?”,
pubblicato il 16 settembre 2014. Il decimo capitolo è dedicato alla situazione
in Italia.
Questo nuovo
documento, prodotto in collaborazione con Ministero della Salute e AGENAS,
contiene informazioni utili per la programmazione sanitaria derivanti dal
confronto con la situazione riscontrata in altri Paesi aderenti, insieme
all’Italia, al progetto OCSE“Medical
Practice Variation”. Tra le soluzioni evidenziate, figurano le
politiche di maggior coinvolgimento dei centri di cura (come in Belgio e
Canada), degli incentivi finanziari (come in Inghilterra, Francia e Corea), e di
maggiore coinvolgimento dei pazienti nel processo decisionale, tramite la
misurazione dei risultati post-chirurgici (come in Svezia e Regno Unito).
Consulta:
FONTE:
Ministero
della Salute