Malattie croniche non trasmissibili Report OMS 2014: prospettive di lunga periodo ma azione immediata

«A tutta la comunità è offerta l’opportunità di cambiare il corso dell’epidemia di malattia croniche non trasmissibili in atto» afferma Margaret Chan, direttore generale dell’Oms presentando il Global status report on noncommunicable diseases 2014 appena pubblicato. Una dichiarazione che apre a prospettive di speranza e nello stesso tempo richiama alla responsabilità nel contrasto al tragico bilancio di morti premature (prima dei 70 anni di età) e prevenibili: 16 milioni nel 2012, il 42% di tutti i decessi associati alle malattie croniche non trasmissibili, oltretutto in costante crescita come numero assoluto di anno in anno.

Fondamentale la rapidità nell’agire sulla base dell’esperienza acquisita

I suoi vertici richiamano la necessità di stabilire nell’anno in corso gli obiettivi da raggiungere in linea con il Global Ncd action plan for Ncds 2010-2013, in modo da ridurre la mortalità prematura associata alle malattie croniche non trasmissibili del 25% entro il 2025.

Attenzione particolare meritano le Nazioni a reddito medio-basso, dove si concentra circa il 75% della mortalità prematura e ben l’82% di quella prematura evitabile.

Lavorando sul campo in oltre 150 Paesi, l’Oms contribuisce a sviluppare, diffondere e condividere le soluzioni migliori e più facilmente applicabili e a comprendere i determinanti delle malattie croniche non trasmissibili di competenza non solo sanitaria ma anche relativi alle politiche agricole, alla formazione e all’educazione, alla produzione alimentare, al commercio, alla tassazione e alla progettazione urbana.

In base all’esperienza acquisita, è cruciale il contrasto a quattro fattori di rischio associati allo stile di vita: l’uso dei prodotti del tabacco, il consumo rischioso di alcol, l’alimentazione non salutare e la sedentarietà. Un’altra strategia vincente è la diffusione dell’assistenza sanitaria universale, di particolare rilevanza nei Paesi svantaggiati, come dimostra il caso del Brasile che, dopo la sua introduzione, ha visto un calo della mortalità dell’1,8% l’anno …LEGGI TUTTO SU EPICENTRO
 
 

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