Rapporto AIFA: italiani consumano più farmaci, malattie croniche e innovativi le sfide del futuro

Il consumo di farmaci in Italia è in costante aumento e nei primi 9 mesi del 2013 sono state acquistate 1 miliardo e 398 milioni di confezioni di medicinali, una media di 23 confezioni a testa (+2% rispetto allo stesso periodo del 2012). Da gennaio a settembre 2013 sono state prescritte 1.002,4 dosi giornaliere ogni 1.000 abitanti in regime di assistenza convenzionata, con una crescita del +1,8%. La crescita dei consumi vede saldamente in testa i farmaci per l’apparato cardiovascolare, primi per spesa e consumo, ma gli italiani consumano anche quantità rilevanti di medicinali per l’apparato gastrointestinale e metabolismo, antidepressivi e antibiotici.

Sono queste le principali risultanze del Rapporto “L’uso dei farmaci in Italia (gennaio – settembre 2013)”, realizzato dall’Osservatorio sull’impiego dei medicinali dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e presentato a Roma dal Sottosegretario di Stato al Ministero dello Sviluppo Economico, Claudio De Vincenti, dal Presidente e dal Direttore Generale dell’AIFA, rispettivamente Sergio Pecorelli e Luca Pani.

Il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in un messaggio letto in apertura dei lavori ha sottolineato come, per garantire l’accesso alle cure e la sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale, sia “cruciale disporre di informazioni certificate dalla nostra Agenzia nazionale sul modo in cui utilizziamo i medicinali”. “I farmaci” ha commentato il Ministro “sono un bene etico e il monitoraggio continuo delle modalità con cui vengono impiegati nei diversi contesti regionali riveste un particolare interesse”. “Il Rapporto” ha aggiunto “ha visto una progressiva evoluzione ed è apprezzabile lo sforzo che l’AIFA sta compiendo con la digitalizzazione dei database per renderli sempre più trasparenti e fruibili a tutti”.“I numeri del Rapporto” ha commentato il Presidente dell’AIFA, Sergio Pecorelli “indicano un aumento del consumo globale di farmaci, ma è sempre importante ricordare che uno dei problemi principali in campo regolatorio è quello dell’aderenza alle terapie, che a volte è molto bassa”.

In virtù della consapevolezza di questa questione l’AIFA ha svolto un approfondimento” ha proseguito Pecorelli “sull’aderenza negli anziani, attraverso il Gruppo di Lavoro Geriatrico, perché la quota maggioritaria del consumo di farmaci è attribuibile proprio agli anziani, ovvero ai maggiori di 65 anni”. Pecorelli si è poi soffermato sugli scenari relativi alla spesa farmaceutica ricordando che “se attualmente la spesa è leggermente calata, non possiamo distogliere lo sguardo da problemi di carattere generale, come l’aumento della spesa ospedaliera e quella dell’introduzione di farmaci innovativi, che offrono terapie personalizzate ma hanno un costo rilevante. La risposta per il futuro, a medio-lungo termine, non può che risiedere nella prevenzione delle malattie croniche”. 

Il Direttore Generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco, Luca Pani ha svolto un’analisi dei dati di maggiore interesse clinico e regolatorio. “L’OMS” ha affermato il Direttore Generale dell’AIFA “ha previsto che entro il 2030 i decessi per le malattie croniche ammonteranno a 52 milioni e supereranno quelli causati dalle malattie infettive. Questo trend si riflette sulla spesa e porta quella per gli antineoplastici ad avvicinarsi a quella per i farmaci cardiovascolari”.

I consumi hanno continuato a mostrare un’ampia variabilità regionale” ha ricordato Pani “con disomogeneità nella spesa convenzionata (farmaci erogati dal SSN attraverso le farmacie pubbliche e private) che vedono alcune regioni discostarsi significativamente dal valore medio nazionale di 141,2 euro pro capite. La Sicilia, ad esempio, fa registrare un valore massimo di 178,9 euro pro capite, la Campania la segue con 170,7 euro, la Puglia si attesta a 163,7 euro; mentre, all’estremo opposto, con i valori più bassi si collocano le Province Autonome di Bolzano (95,7 euro) e Trento (109,1 euro) e l’Emilia Romagna (109,6)”.“Anche dal punto di vista della spesa per i farmaci acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche” ha aggiunto Pani “notiamo delle rilevanti variazioni su base regionale, non sempre giustificate da ragioni di tipo epidemiologico, che danno vita a un trend globale di riduzione dei consumi e leggero aumento della spesa”.

Luca Pani ha poi indicato alcuni casi emblematici di scarsa appropriatezza prescrittiva come “il trend di crescita degli Ace inibitori, uno tra i più rapidi nell’ambito dei cardiovascolari, il cui impiego va nella direzione contraria alle raccomandazioni AIFA. La quasi totalità dei pazienti è trattata direttamente con questi medicinali, senza provenire dal trattamento in associazione estemporanea di ACE-inibitori o sartani in combinazione con calcio-antagonisti”.

Altro “sorvegliato speciale” è la vitamina D, “il cui tasso di crescita annuo composto è pari al 20% in tutto il mondo e in Italia produce un mercato” ha sostenuto Pani “che ammonta a 187 milioni di euro su base annua. Ci siamo resi conto che ad essere in aumento è il consumo di vitamina D da sola (+17,6% rispetto al 2012), mentre è in riduzione il consumo di farmaci a base di calcio in combinazione con Vitamina D (-3,6% rispetto al 2012) e quello del calcio da solo è costante. Ciò vuol dire che ci troviamo di fronte a prescrizioni di Vitamina D non appropriate, ad esempio per le diete dimagranti, non sostenuto dalle evidenze scientifiche”.Il Direttore Generale ha poi concluso ricordando “la crescita dei consumi di farmaci equivalenti in Italia, seppur ancora leggermente inferiore rispetto ai paesi europei più virtuosi e l’arrivo sul mercato italiano di farmaci innovativi (sofosbuvir, abiraterone, alemtuzumab) ad alto valore terapeutico rispetto ai quali, per via dell’impatto economico che potrebbero generare, occorrerà un’attenta valutazione da parte dell’Agenzia e dei Ministeri vigilanti”.

Il Sottosegretario di Stato al Ministero dello Sviluppo Economico, Claudio De Vincenti, ha ricordato “la capacità dell’AIFA di combinare la valutazione scientifica con l’attività di regolazione del mercato, una caratteristica unica, riconosciuta all’Agenzia anche a livello internazionale”. “è necessario” ha sostenuto De Vincenti “rafforzare l’autorità regolatoria centrale per avere regole uguali in tutta Italia. D’altro canto spesso si dimentica che le Regioni sono già coinvolte all’interno dell’AIFA e questo coinvolgimento garantisce una forma dialettica di governo del sistema farmaceutico”.

Governo e AIFA” ha concluso il Sottosegretario “continueranno a lavorare per gestire la severità e il rigore della finanza pubblica, insieme all'evoluzione del Servizio Sanitario Nazionale, cercando maniere più flessibili per interpretare il tetto della spesa farmaceutica, che deve essere più adeguato alla domanda terapeutica”.

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Pubblicato su pagina web AIFA 07/02/2014


 
 

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