Personale sanitario: verso una nuova azione congiunta contro la scure delle politiche di Austerity

Il settore dalla sanità pubblica rischia di diventare la vittima eccellente delle politiche di Austerity, nonostante il suo ruolo fondamentale per il benessere dei cittadini e la solidità delle economie. Il punto sulle possibili soluzioni nel convegno organizzato a Roma da AMREF, in collaborazione con IPASVI e FNOMCeO.

Nell’Europa a 27 nel 2010 il settore sanitario garantiva 17,1 milioni di posti di lavoro, l’8% dell’occupazione globale. Chissà perché, però, esso è sempre più avvertito solo come un peso per i bilanci pubblici, piuttosto che come una voce produttiva, e rischia di cadere vittima eccellente delle politiche di Austerity, nonostante il suo contributo determinante all’economia, oltre che alla qualità sociale, dei Paesi del vecchio continente.
Questa constatazione, insieme alle lezioni imparate nei continenti, come l’Africa - in cui la scarsità di risorse è la norma da sempre, e dove la destinazione di risorse pubbliche per la salute è residuale anche a causa di decenni di aggiustamenti strutturali dettati dalle istituzioni internazionali - sono state al centro della giornata di lavoro “Politiche di austerity in sanità: quale impatto sulle carenze di personale sanitario?” organizzato il 12 dicembre a Roma presso l’Hotel Nazionale da AMREF Italia, in collaborazione con la Federazione degli ordini dei medici e degli odontoiatri FNOMCeO e dei collegi degli infermieri IPASVI. 

L’AUSTERITY IN EUROPA

Le misure di restrizione della spesa pubblica imposte dalla Troika nei Paesi del sud del Mediterraneo stanno causando un crollo delle politiche di prevenzione e della protezione sociale, che è un determinante per la salute.

In Paesi come Portogallo e Spagna, ma anche nell’Est Europa, aumentano le malattie da stress, le cardiopatie, i disturbi di salute mentale fino al suicidio. Si registra anche un’impennata nelle infezioni da HIV che sembrava sotto controllo in tutta Europa.

Aumenta il flusso di personale formato in uscita, non solo verso le mete classiche come Stati Uniti e Canada, ma anche verso i Paesi emergenti: il Brasile, ad esempio, impiega i neo-specializzati a 3mila euro di stipendio in entrata. Questo crea un’emorragia di competenze, di investimenti pubblici in formazione e anche di risorse potenziali che ha precedenti nei fenomeni storici di brain drain di personale formato dai Paesi più poveri.

IN ITALIA

L’Austerity non può essere utilizzata come alibi per un definanziamento del SSN, una parte rilevante del quale è in corso grazie ai vincoli imposti alla spesa per il personale.

Le leggi introdotte negli ultimi anni, come la 135/2012, dettano un fabbisogno di 3,7 posti letto/per abitante, 3 destinati agli acuti, 0,7 alla cronicità. Rispetto a questo rapporto ottimale attualmente ci sarebbero al lavoro 28mila infermieri in più e 18mila medici, dato FNOMCeO rispetto al quale, tuttavia, la percezione dei cittadini è del tutto diversa

Al 2011 risultavano al lavoro nelle strutture pubbliche del SSN 105mila medici e 274mila unità di personale infermieristico, secondi i dati del Ministero della Sanità. Un dato pressoché stabile da anni, ma che mostra una lieve flessione.

Calano, secondi i dati del Ministero della Sanità, anche le richieste di decreti di riconoscimento di personale straniero per lavorare in Italia: fino al 2011 se ne registravano circa 1500-1700 l’anno, nel 2012 il dato risulta dimezzato.

Ci sono due evidenze emergenti: l’aumento del personale precario; l’aumento dell’impiego di lavoro temporaneo. Manca una visione di insieme nei responsabili politici, anche del settore sanitario, di trasmettere all’interno e all’esterno del complesso del sistema delle cure la consapevolezza dell’importanza del lavoro che fanno. 

Soprattutto per i giovani medici e per i medici in formazione, la parola d’ordine è “incertezza”. A fronte di una mortalità alla laurea del 9% degli iscritti, nel 2012 ci sono stati 6500 laureati, con una certezza di 5mila borse di specializzazione. Quest’anno su 7300 abbiamo al momento la certezza di 2mila borse, le altre da finanziare con bandi europei.  E’ l’emblema dell’incertezza del sistema, e della mancanza di considerazione della risorsa del personale come rilevante per un’eventuale ripresa del sistema-Paese.

Se è facile fare la diagnosi, molto più difficile indicare le terapie possibili. Tra queste:

-    spingere su una diversa cultura della sanità in Italia. Il cambiamento di paradigma da una voce di spesa ad una voce di investimento e di ripresa produttiva per il Paese, multidimensionale: a livello economico, sociale, territoriale.

-    promuovere una diversa formazione del personale, con un maggiore dialogo con il mondo dell’università che deve aprirsi al cambiamento e al confronto con l’estero.

-    una diversa organizzazione del lavoro nella sanità italiana, con una riorganizzazione delle competenze e una qualificazione diversa dei ruoli.

-    un diverso approccio alla stessa medicina: meno fisio-biologico, e più paziente-centrico, intorno al quale si organizzano le filiere delle competenze e delle funzioni, a partire dalla prevenzione.

AMREF: 

-    si offre come hub per facilitare un dialogo più stringente tra i diversi attori, offrendo i suoi strumenti info-formativi - a partire dal sitowww.manifestopersonalesanitario.it - come luoghi di approfondimento e confronto tra i diversi stakeholder.

-    conferma la sua presenza attiva in progetti come quello HW4A, ma anche nella Joint action a livello europeo, per dotarsi di strumenti innovativi di programmazione ed intervento, a partire dalle lezioni apprese dai sistemi sanitari cronicamente in contrazione di personale sanitario, come quelli africani.

-    proporrà alle categorie e agli stakeholder di condividere per il 2014 un call to action – in vista delle elezioni europee e del semestre italiano di presidenza UE – che ponga questi temi all’attenzione dell’agenda politica, per poter lanciare un segnale importante di cambiamento di prospettiva e di visione del problema, dal meridiano sud dell’Europa e del mondo.

Pubblicato su AMREF 12/12/2013

 


 
 

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