Programma Nazionale Servizi di Cura (PNSCIA) del Piano d’Azione per la Coesione (PAC): proroga, utilizzo economie e riparto tra le regioni

Nel maggio 2012 per recuperare i ritardi accumulati nell’uso dei fondi nazionali ex FAS, fu istituito il PAC, Piano d’Azione per la Coesione, uno strumento di riprogrammazione strategica e di innovazione di metodo a cui il Ministero per lo Sviluppo e la Coesione ha fatto ricorso  per dare risposta agli impegni assunti dal Governo italiano in sede di vertice Europeo del 26 ottobre 2011. Nell'ambito del PAC si colloca il Programma Nazionale Servizi di Cura,  rivolto sia alla Prima Infanzia che agli Anziani non autosufficienti, ossia alle persone ultrasessanticinquenni in condizioni di non-autonomi. Tale programma ha scadenza triennale. Inizialmente prevista fino al giugno 2017, ha ricevuto dall’Agenzia per la coesione territoriale il via libera per un’ulteriore proroga di scadenza, che slitta così a Giugno 2018.

La proroga permette di svolgere il Secondo Riparto con un tempo più congruo, e di allocare le economie che emergeranno dai due Riparti. Resta al momento ancora alta la nostra preoccupazione in merito alla reale implementazione del Programma, nella direzione degli obiettivi posti. Dal Secondo Monitoraggio Straordinario, realizzato congiuntamente da Autorità di Gestione, Regioni e ANCI, emerge come le economie relative al Primo riparto ammonterebbero al 31% delle risorse stanziate, cioè 63 milioni sui 244 milioni totali. Infatti dai 72 milioni che risultano non impegnati nel Monitoraggio, si devono sottrarre circa 9 milioni che andranno a rifinanziare schede di intervento che contengono investimenti in conto capitale propedeutici all’attivazione di servizi finanziati nel Secondo Riparto e realizzabili entro il 30 settembre 2016.

Va in particolare rilevato che nel campo dell’Infanzia le economie risultano nettamente superiori e pari a 47 milioni (42%), mentre nel campo Anziani le economie ammontano a 26 milioni (21%).

Il dato è più preoccupante se letto congiuntamente a quello della Banca Dati Unitaria del Mef, che riporta gli importi effettivi al termine degli iter di verifica e controllo, in cui la percentuale di non impegnato sul finanziato è sensibilmente più alta e pari a 63%, suddiviso in 76% Infanzia e 51% Anziani.

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