Polvere di legno e tumore del polmone
Luisella
Gilardi (Dors)
La polvere di legno è stata classificata
nel 1995 dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) come
cancerogeno certo per l’uomo (1); successivamente nel 2012 è stata rivalutata:
sono stati identificati come organi bersaglio dell’azione cancerogena le cavità
nasali, i seni paranasali e il nasofaringe (2).
Può derivare dai legni duri (latifoglie)
e dai legni teneri (conifere), la pericolosità maggiore è a carico della
polvere dei legni duri anche se la classificazione non distingue tra i due tipi
di polveri.
Entrambi sono costituiti da percentuali
variabili di cellulosa, lignina presente soprattutto nei legni più vecchi e da
centinaia di altrI composti chimici che si dividono in organici ed inorganici.
La frazione organica è diversa nei due tipi di legno: quella dei legni duri è
più ricca di sostanze polari come tannini, chinoni e flavonoidi, mentre le
sostanze presenti in concentrazioni maggiori negli estratti delle conifere sono
generalmente composti apolari (terpeni, cere, lignani e stilbeni).
L’azione cancerogena è prevalentemente
un’azione meccanica di natura irritativa, la maggior parte delle particelle si
depositano nelle cavità nasali, alcune di piccole dimensioni dell’ordine di 1
nm raggiungono per diffusione il nasofaringe.
Ma alcune particelle sono in grado di
raggiungere il tratto tracheo-bronchiale e gli alveoli causando un processo
infiammatorio.
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