Farmaci
e sostenibilità del sistema: i 30 principi attivi a maggior prezzo e costo per
il SSN in Italia
Il prezzo di un farmaco è l’aspetto che assume una
connotazione negativa nell’immaginario collettivo. In effetti determinare un
corrispettivo economico per remunerare il valore terapeutico di un medicinale è
materia estremamente complessa sia sul piano tecnico, che su piano dell’etico e
dell’equità sociale, ponendosi sul delicato confine tra scienza e morale.
Qual è il prezzo “giusto” di una terapia farmacologica? Se
un nuovo trattamento, a maggior ragione se sviluppato nell’ambito della
cosiddetta “medicina personalizzata”, ha un prezzo talmente alto da risultare
insostenibile per qualsiasi servizio sanitario, è giusto rimborsarlo? Questi e
altri interrogativi accompagnano quotidianamente l’attività di alcune Agenzie
regolatorie e sono emersi anche all’attenzione dell’opinione pubblica negli
Stati Uniti a fronte dell’autorizzazione di Ivacaftor, il primo farmaco in
grado di correggere un sottotipo di difetto genetico alla base della fibrosi
cistica, il cui costo atteso per paziente si aggira intorno ad almeno 300.000$ all'anno. Tale scelta di prezzo da parte dell’azienda
farmaceutica che detiene il brevetto per questo medicinale ha dato il via
ad un dibattito molto acceso tra medici, pazienti e soggetti pagatori, che
recentemente si è esteso anche all’Europa.
Nel 2012, in un editoriale pubblicato sul New York Times
poi divenuto celebre, tre medici del Memorial Sloan-KetteringCancer Center spiegarono le ragioni che li hanno
portati a non avvalersi di un nuovo farmaco oncologico che, secondo la loro
analisi, non offriva miglioramenti sufficienti a giustificarne il prezzo
astronomico, pari a più del doppio rispetto alla terapia standard allora in
uso.
Il tema del prezzo e del costo dei farmaci ha a maggior
ragione rilevanza nel nostro Paese, in cui, a differenza degli Stati Uniti,
esiste e “resiste” un sistema sanitario universalistico e solidale. Basti
pensare che, secondo i dati del Rapporto “L’uso dei farmaci in Italia
(gennaio-settembre 2013)”, per una spesa farmaceutica complessiva che supera i
25 miliardi di euro, i medicinali rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale
sono più dei 75% del totale.
“Le tendenze in atto nella farmaceutica sono note”
commenta il Direttore Generale dell’Agenzia Italiana del farmaco Luca Pani
“siamo nell’era della medicina di precisione e il compito di un’agenzia
regolatoria è di saper valorizzare l’innovazione per offrire ai cittadini
farmaci innovatici ed efficaci valutandone in un contesto real life l’efficacia terapeutica e il rapporto
rischio/beneficio e beneficio/costo, attraverso strumenti come i registri di
monitoraggio e algoritmi di valutazione dell’innovatività”.
“Nei prossimi mesi sul mercato italiano si affacceranno
molecole innovative come gli anticorpi monoclonali per l'Alzheimer o, più a
breve termine, le nuove terapie per l'epatite C” prosegue Pani “che hanno costi
altissimi. Penso a Sofosbuvir, per il quale stimiamo un impatto economico,
nell’ipotesi più conservativa, pari a circa 300 milioni di euro all’anno”.
Per
approfondimenti, leggi il documento in
allegato
Fonte: pagina web AIFA 27/02/2014