Welfare Friuli Venezia Giulia: varata riforma socio sanitaria

“E' una riforma fondamentale per la nostra regione: la salute non ha colore politico, per cui siamo chiamati a una grande responsabilità”. La riforma della sanità è fondamentale per il Friuli Venezia Giulia, afferma il presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, che spiega che “l'attuazione della riforma troverà la massima attenzione da parte della giunta e della maggioranza, perchè crediamo di aver fatto una legge che serve alla nostra regione, ma anche il ruolo dell'opposizione servirà”.

Quindi il Friuli Venezia Giulia ha riformato il proprio sistema sanitario mettendo al centro i bisogni del cittadino. “Sono convinta che governare significhi prendersi cura e questo è l'impegno che ci siamo presi tutti, sia chi governa sia chi - ha sottolineato Serracchiani - sta all'opposizione”.

E’ stato potenziato il ruolo dei Distretti sanitari e dei medici di famiglia, lasciando agli ospedali, inseriti in rete, la possibilità di svolgere la loro funzione, che è quella di affrontare i casi acuti e risolvere le situazioni complesse.

L'assessore regionale alla Salute Sandra Maria Telesca ha spiegato che "l'attuazione della riforma sarà graduale" e "i posti letto non saranno tagliati, ma rimarranno per quelli che ne hanno davvero bisogno: cronici, post acuti e riabilitazione”.

Il nuovo Sistema Sanitario Regionale (SSR) prevede la riduzione da sei a cinque Aziende per l'Assistenza Sanitaria (ASS) che integreranno i vari aspetti delle Aziende, territoriali e ospedalieri, e quelli ospedaliero universitari. E’ stata fissata anche l'integrazione a Trieste, Udine e Pordenone con le Aziende ospedaliere. A Trieste e Udine dal primo gennaio sarà una gestione commissariale a governare le Aziende ospedaliero-universitarie che, entro due anni, gestirà il passaggio alle Aziende sanitarie universitarie integrate.

L'assegnazione dei posti letto considererà le previsioni nazionali, 3 posti letto per acuti, 0,7 riabilitativi su 1000 abitanti. Sarà poi costituita una rete regionale per patologie come infarto, ictus e trauma e si ridurranno i pronto soccorso, trasformandosi alcuni in punti di pronto intervento aperti per 12 ore diurne. Saranno riorganizzati i punti nascita, predisponendo un centro unico di analisi, mentre i punti di prelievo sul territorio potrebbero aumentare.

La riforma individua 3 livelli di ospedale per bacino di utenza e con specifiche funzioni. Ci saranno presidi ospedalieri unici e sarà rivisto il modello organizzativo dei laboratori d'analisi, l'organizzazione interna degli ospedali avverrà in base all'intensità di cure e con aree pluridisciplinari, saranno create reti funzionali di 'presa in cura' per patologia, si svilupperanno ulteriormente le attività di day hospital e day surgery, saranno definiti i numeri dei posti letto per aree funzionali. Tutti gli ospedali si dovranno integrare e coordinare con la rete della gestione del paziente cronico.

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