Sorveglianza della mortalità materna: stato dell’arte e avvio della Fad

Serena Donati – reparto Salute della donna e dell'età evolutiva, Cnesps – Iss

A un anno dall’inizio del progetto pilota di sorveglianza della mortalità materna, le 6 Regioni partecipanti (Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania e Sicilia), hanno segnalato un totale di 26 casi di decessi materni. Ciascun caso incidente è stato discusso dai professionisti sanitari attraverso un audit multidisciplinare per evidenziare eventuali criticità del percorso assistenziale e sarà sottoposto a indagine confidenziale, come previsto dalle procedure del sistema di sorveglianza. L’approccio partecipativo che caratterizza il progetto, e che ha richiesto un impegnativo investimento iniziale per condividere le procedure con tutti i professionisti sanitari coinvolti nell’assistenza alle donne, sembra essere efficace. I referenti di tutti i presidi dotati di reparto di ostetricia, di terapia intensiva, di unità coronarica o distroke unit censiti nelle Regioni, hanno partecipato alla formazione e hanno realizzato una formazione a cascata per i loro colleghi nelle strutture di appartenenza, con tassi di adesione molto alti, come descritto nella tabella.

Strutture sanitarie censite per Regione partecipante e adesione ai corsi di formazione

 


Piemonte

Emilia-Romagna

Toscana

Lazio

Campania

Sicilia

anno di rilevazione

2013

2013

2013

2013

2013

2013

n. presidi con reparti di interesse*

60

38

28

46

87

68

n. presidi pubblici

53

34

26

33

50

53

n. presidi privati

7

4

2

13

37

14

adesione ai corsi di formazione

53 
(88%)

33 
(87%)

23 
(82%)

39
(85%)

64
(74%)

68
(100%)

adesione dei presidi pubblici

52
(98%)

32
(94%)

22 
(85%)

31
(94%)

42 
(84%)

53
(100%)

adesione dei presidi privati

1 
(14%)

1 
(25%)

1
(50%)

8
(61%)

22
(44%)

14
(100%)

esecuzione della formazione a cascata

53 
(100%)

23 
(71%)

22 
(96%)

35 
(89%)

54 
(84%)

59 
(87%)

*Il censimento ha coinvolto i presidi sanitari dotati di ostetricia e/o terapia intensiva e/o unità coronarica e/o stroke unit.

 

Near miss ostetrici in Italia: l’emorragia grave del post partum

Parallelamente all’attività pilota di sorveglianza della mortalità materna, a dicembre 2013 il ministero della Salute ha finanziato il progetto “Near miss ostetrici in Italia: l’emorragia grave del post partum” che si inserisce nelle attività dell’Italian Obstetric Surveillance System (Itoss) dell’Iss. Il progetto prevede la raccolta prospettica dei casi incidenti di emorragia grave del post partum coinvolgendo e rafforzando la rete dei referenti del sistema di sorveglianza della mortalità materna. I presidi dotati di reparti di ostetricia segnalano i casi incidenti di near miss (eventi morbosi gravi) e ne descrivono le caratteristiche mediante un sistema via web che permette la raccolta e l’analisi dei dati presso l’Istituto superiore di sanità. I near miss, al contrario delle morti materne, rappresentano dei successi terapeutici e come tali sono un’occasione preziosa per facilitare la diffusione della pratica del confronto tra pari mediante audit e una cultura “no blame” (di non colpevolizzazione) in caso di eventi sentinella.

 

L’analisi dei dati relativi agli eventi sentinella raccolti attraverso la sorveglianza ostetrica e la loro discussione con i clinici permette di identificare le aree critiche e i bisogni formativi utili alla definizione delle politiche di intervento preventivo e assistenziale con l’obiettivo finale di migliorare la qualità dell’assistenza al percorso nascita.

 

Gli studi condotti dall’Iss in Italia (leggi in proposito gli articoli “Obstetric near-miss cases among women admitted to intensive care units in Italy” e “Maternal Mortality in Italy: a record linkage study” pubblicati rispettivamente nel 2012 e nel 2011) hanno evidenziato che l’emorragia del post partum rappresenta, per frequenza, la prima causa di morte e di grave morbosità materna. Per questo motivo, oltre allo studio prospettico sui near miss, l’Itoss–Iss ha organizzato anche un corso di formazione a distanza (Fad) proprio sulla prevenzione e la gestione dell’emorragia del post partum (leggi la descrizione, pdf 84 kb, del corso Fad e il programma, pdf 136 kb). La Fad, rivolta in particolare ai ginecologi, agli anestesisti e alle ostetriche, ma aperta a tutti i medici, utilizza il metodo didattico della simulazione di casi clinici che permette al partecipante di cimentarsi con la gestione di problemi abituali e di valutare la propria capacità di applicazione nella pratica quotidiana delle nozioni acquisite. L’erogazione del corso va dal 13 marzo 2014 al 19 marzo 2015 e durante quel periodo sarà possibile registrarsi sulla piattaforma Goal.

 

Risorse utili

 

Fonte: pagina web epicentro 13 febbraio 2014


 
 

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