Esenzione ticket, Interrogazione e risposta del Ministro della Salute

Resoconto stenografico dell'Assemblea - Seduta n. 183 di mercoledì 5 marzo 2014

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-00660 sulle iniziative di competenza in merito ai criteri per l'esenzione dalla partecipazione alla spesa per le prestazioni sanitarie, con particolare riferimento alla composizione del nucleo familiare

presentato da SBERNA Mario testo di Martedì 4 marzo 2014, seduta n. 182

SBERNA, GIGLI e BINETTI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che: 
alcune condizioni personali e sociali, associate a determinate situazioni reddituali, danno diritto all'esenzione dalla partecipazione al costo (ticket) sulle prestazioni di diagnostica strumentale, di laboratorio e sulle altre prestazioni specialistiche ambulatoriali; 
in particolare, in base a quanto previsto dalla legge n. 537 del 1993, e successive modificazioni, (articolo 8, comma 16), hanno diritto a tale tipo di esenzione i cittadini che appartengono alle categorie di seguito elencate:

a)    cittadini di età inferiore a sei anni e superiore a sessantacinque anni, appartenenti ad un nucleo familiare con reddito complessivo lordo non superiore a 36.151,98 euro; 

b)    disoccupati e loro familiari a carico appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 euro in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico; 

c)    titolari di pensioni sociali e loro familiari a carico; 

d)    ) titolari di pensioni al minimo di età superiore a sessanta anni e loro familiari a carico, appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 euro in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico; per tutte le altre famiglie che non rientrano nelle predette esenzioni, non viene riconosciuto alcun principio di equità orizzontale che tenga conto del numero dei componenti la famiglia; tale previsione normativa, pertanto, penalizza le famiglie con figli, in quanto a parità di reddito, la capacità contributiva di una coppia con figli è minore rispetto a quella di un single. Lo stesso svantaggio si riscontra nei confronti di una coppia unita in matrimonio (civile o concordatario) rispetto ad una coppia di fatto: alla prima si chiede il reddito familiare, alla seconda il reddito del singolo fruitore della prestazione; la legislazione in tema di ticket sanitari risulta essere così, ad avviso degli interroganti, in aperto contrasto con l'articolo 53 della Costituzione, che prevede che ogni tipo di imposizione tributaria debba essere informata a criteri di progressività;  inoltre, alcune regioni hanno adottato delle delibere con le quali hanno rimodulato la normativa, creando così evidenti disparità tra regione e regione. Emblematici, da una parte, il caso delle regioni a statuto ordinario, nelle quali il nuovo meccanismo di tassazione sanitaria dimostra come le famiglie risultino essere i soggetti più colpiti, in modo particolare quelle con figli (questo perché è stato usato come parametro di riferimento il «nucleo familiare fiscale»); dall'altra, la regione Trentino-Alto Adige e leprovince autonome di Trento e Bolzano: dal febbraio 2012, infatti, le famiglie trentine non pagano ilticket sanitario dei figli successivi al secondo, purché inseriti nello stesso nucleo familiare –:  se non ritenga opportuno adottare le iniziative di competenza volte a superare questa iniquità in materia di partecipazione al costo sulle prestazioni di diagnostica strumentale, di laboratorio e sulle altre prestazioni specialistiche ambulatoriali.

TESTO DELLA RISPOSTA

BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. Signor Presidente, ringrazio particolarmente per questa interrogazione. Come lei sa, ho considerato la questione dell'aumento dei ticket come un elemento ostativo a un'attività di diagnosi e prevenzione secondaria nel nostro Paese. C’è un rischio vero: molte persone stanno rinunciando alla prevenzione e questo noi non lo possiamo accettare, anzi dobbiamo continuare a promuovere queste iniziative. Come sempre si dice, un euro speso in prevenzione ne fa risparmiare dieci poi, poco tempo dopo, a tutto il costo complessivo del Fondo sanitario nazionale.   

Nell'ambito dei lavori che sto coordinando per la predisposizione del nuovo Patto per la salute, è emersa la necessità di rivedere il vigente sistema al fine di garantire maggiore equità nell'accesso alle prestazioni sanitarie a parità di gettito. Ecco perché il Ministero della salute, il Ministero dell'economia e delle finanze, le regioni, l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali hanno convenuto sull'opportunità di istituire uno specifico gruppo di lavoro con il compito di individuare in tempi brevi  i tempi sono quelli del Patto per la salute, ovviamente, quindi sono estremamente contingentati  le linee generali di una proposta destinata a confluire nel nuovo Patto e da attuare successivamente con specifici provvedimenti, anche di natura normativa.   

Colgo, pertanto, l'occasione per anticipare gli obiettivi generali che il gruppo di lavoro dovrà perseguire: migliorare l'equità del sistema e ridisegnare la partecipazione alla spesa sanitaria e le esenzioni, attribuendo un peso determinante al fattore condizione economica del nucleo familiare; garantire l'accessibilità delle prestazioni sanitarie, evitando che la quota di compartecipazione richiesta costituisca un ostacolo alla fruizione; evitare che il sistema di compartecipazione renda più conveniente per gli assistiti l'acquisto di prestazioni in altri regimi (in tale ottica, dovrà essere valutata la sussistenza delle condizioni anche di tipo finanziario); garantire l'invarianza del gettito da partecipazione al Servizio sanitario nazionale a livello nazionale delle singole regioni; e, più complessivamente, un ragionamento che tenga conto delle esigenze di sostenibilità del Fondo sanitario nazionale, anche a fronte della previsione di una diversa spesa farmaceutica, non tanto oggi, quanto nei prossimi decenni con l'avvento della medicina personalizzata.   

La seconda fase dell'operazione, già avviata, sarà finalizzata a individuare le soluzioni tecniche che consentano il raggiungimento degli obiettivi e che, contemporaneamente, presentino caratteri di semplicità, chiarezza nella fase attuativa, tali da evitare disagi ai cittadini interessati da oneri amministrativi e agli uffici delle unità sanitarie locali responsabili della riscossione del ticket e della gestione delle esenzioni. Per l'elaborazione di tali soluzioni, è già in corso la raccolta di informazioni e dati che consentiranno al gruppo di lavoro di effettuare le necessarie simulazioni, in particolare sugli effetti economici delle diverse misure. 

E aggiungo che, quando il lavoro sarà pronto, sarò molto felice di poterlo presentare in Commissione affari sociali della Camera dei deputati, così come abbiamo fatto con le altri parti del Patto per la salute, per condividere con i commissari le misure e le proposte che provengono dal gruppo di lavoro.

Fonte: resoconto 5.03.2013 Aula Camera dei Deputati


 
 

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